Missili sul centro commerciale La nuova strage in Ucraina
L’immagine delle fiamme che avvolgono il centro commerciale di Kremenchuk, città nel centro dell’Ucraina, apre le prime pagine dei quotidiani italiani. Il luogo, dove secondo le autorità di Kiev si trovavano un migliaio di persone, è stato colpito da due missili russi. Il bilancio delle vittime accertate, al momento, è di 16 morti e 59 feriti. L’attacco è avvenuto in una zona lontana dal fronte e considerata sicura. “Mosca sta forse cominciando una nuova fase della guerra. – scrive il Corriere – Se possibile ancora più spietata e spregiudicata. Incapace di sfondare a sud, pur di piegare la resistenza ucraina, le forze di Putin sembrano disposte ad abbassarsi a livello del terrorismo aereo, del bombardamento indiscriminato delle aree civili. L’avevano già fatto contro le città che erano obiettivo della loro conquista. Ora però sembrano puntare all’intero Paese”. Per Zelensky dietro all’attacco indiscriminato, c’è la volontà di Putin di colpire il tentativo degli ucraini di vivere normalmente nonostante l’invasione. “L’obiettivo non aveva nessun valore militare. Solo il tentativo degli ucraini di vivere una vita normale, una normalità che fa arrabbiare tanto gli occupanti”.
Intanto, racconta La Stampa, in Donbass i russi continuano ad avanzare e la prossima città a cadere, dopo Severodonesk, sarà Lysychansk. Nelle aree occupate inoltre ci sono sempre più prove che “la Russia ruba il grano ucraino e aggrava la crisi”, riporta il quotidiano torinese. A dimostrarlo, delle inchieste di Bbc e Cnn che ricostruiscono gli spostamenti del grano attraverso i dati dei Gps.
G7 con l’Ucraina. Il sostegno dei paesi del G7 all’Ucraina continuerà fino a quando sarà necessario, “as long as it takes”, si legge nel comunicato diffuso dal vertice in corso a Elmau, in Germania. Un sostegno, riporta La Stampa, che si articolerà in tre direzioni: “la consegna di armamenti ad hoc; nuove sanzioni; e il tetto sul prezzo dell’energia”. Su quest’ultimo i diversi paesi devono ancora trovare un’intesa. Secondo il Corriere il Presidente del Consiglio italiano “sarebbe riuscito a far passare la sua linea sul tetto al prezzo del gas russo”. Al G7, aggiunge La Stampa, si parla anche di Iran. “Ci sarà – scrive il quotidiano – un incontro fra Biden, Macron, Scholz e Johnson, ovvero i Paesi protagonisti dell’intesa del 2015 (insieme a Russia e Cina) con Teheran. Washington ha espressamente detto di voler tornare a quell’accordo e il Qatar si è offerto di mediare un incontro fra inviati Usa e iraniani”.
La linea di Londra. “In passato, siamo stati troppo connessi alla Russia: economicamente, ma anche abbiamo esportato tecnologia ora usata contro di noi. È arrivato il momento di imparare le lezioni degli ultimi 25 anni. Continuiamo ad armare l’Ucraina: noi come Regno Unito siamo stati i primi e continuiamo a farlo”. Così la ministra degli Esteri britannica Liz Truss in un’intervista su Repubblica in cui ribadisce la linea dura di Londra contro Mosca. Secondo Truss la priorità “è dare tutto il sostegno possibile all’Ucraina: militare, addestramento e armi per cacciare i russi e mettere Kiev nella condizione migliore per negoziare. Se l’Ucraina non vince la guerra, le conseguenze saranno estremamente severe per il resto d’Europa”.
Al Memoriale della Shoah di Milano. “Passaggio di testimone”, così diversi quotidiani titolano l’incontro avvenuto al Memoriale della Shoah di Milano tra la senatrice a vita Liliana Segre e la influencer Chiara Ferragni. “Una visita semplice, da nonna a nipote, un incontro di generazioni ma anche un passaggio di testimone”, le parole di Segre riportate da Corriere e Stampa, tra gli altri. Ferragni, dopo un primo incontro a casa di Segre, la scorsa settimana ha visitato con la senatrice in forma privata il Memoriale. “Qualche giorno fa – ha scritto Ferragni su Instagram – Liliana Segre mi ha portato alla scoperta di un luogo del quale non conoscevo nulla. Ascoltare dalla sua voce la storia di chi è stato perseguitato in questo luogo a pochi passi da casa mi ha fatto soffrire e soprattutto riflettere. Ho capito quanto le persecuzioni che spesso pensiamo siano lontane da noi nel tempo e nella geografia, si siano invece consumate sotto casa nostra, sotto gli occhi indifferenti di molti concittadini”. Poi ha invitato ad andare al Memoriale “per vedere, pensare, agire”. Rispetto all’opportunità della visita dell’influencer si sono sollevate critiche e perplessità. “Alcuni mi hanno accusato di banalizzare la Shoah, – la replica di Segre – ma io sono sempre più convinta di aver fatto bene. Va guardata la realtà: le notizie passano attraverso i social, specie in casi come quello di Chiara che ha dimostrato di veicolare messaggi importanti già in passato”.
La nuova amministrazione di Lucca. “Non mi sono mai professato antifascista, non mi interessa. Io mi occupo dei problemi della gente non del rischio di un fascismo che non c’è”, ha dichiarato Fabio Bersanti, ex di CasaPound, tra i protagonisti della vittoria a Lucca del sindaco di centrodestra Mario Pardini. Bersanti, racconta Repubblica Firenze, entrerà in giunta: “sarà assessore a sport e sociale o sviluppo economico, forse vicesindaco”. Il suo passato preoccupa. “State tranquilli, ci ho messo la faccia e mi faccio garante io di eventuali eccessi o problemi che ci siano con Barsanti e non solo. – afferma il neoeletto sindaco Pardini – Ma sono sicuro che non ce ne saranno, Fabio è una risorsa. Io sono un liberale antifascista. Ho fatto tre dosi di vaccino. E aprirò il Comune ai lucchesi”.
Il documentario ritrovato su Mussolini. Si intitolava “Accuso Mussolini” e doveva essere un documentario di condanna del fascismo. Uscì Ferragosto del 1945 al cinema Odeon di Milano e fu fatto sparire in fretta. Perché, racconta il Corriere, la condanna era più apparente e la linea era “pericolosamente simile ai troppi film di propaganda che avevano martellato la coscienza degli italiani per i vent’anni precedenti”. Ora quella pellicola sarà presentata il 2 luglio a Bologna in occasione del Festival del Cinema ritrovato. A produrlo all’epoca, la SEFI Film di Lugano dell’italiano Raffaello Mazzocchi, che “aveva fatto ‘ottimi affari’ distribuendo i film prodotti dal fascismo”.
Daniel Reichel