Il mito dell’ebreo errante
tra storia, viaggi e ambiguità

Studiosi italiani e internazionali sono protagonisti in queste ore del convegno “L’Ebreo errante. Temi, idee e persone in movimento nello spazio e nel tempo, dal Medioevo all’Età contemporanea” organizzato dall’Università di Pisa come momento conclusivo di un progetto di ricerca coordinato dal Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici Michele Luzzati. Tre giornate ricche di interventi su come questo mito abbia plasmato l’immaginario collettivo, non solo quello cristiano, ma anche quello ebraico diasporico.
Molteplici gli spunti sollevati partendo anche dall’analisi un celeberrimo quadro del Novecento, La Crucifixion Blanche di Chagall, dove “l’icona dell’Ebreo errante occupa una posizione non meno rilevante di quella dello ‘Jewish Jesus'”. Un tema antico e con vari testi fondativi a monte. Tra gli altri, analizzati nella prima giornata di lavori, L’Ebreo errante nella Chronique rimée di Philippe Mouskes (sec. XIII), ma anche l’incontro tra l’Ebreo errante e il luterano Paul von Eitzen nella novella Kurtze Beschreibung und Erzehlung eines Juden mit Namen Ahasverus (1602). Tra gli argomenti approfonditi nel convegno anche “Erranza come paradigma e categoria filosofica”, “Viaggio, pellegrinaggio e mobilità ebraica”, “Viaggi, incontri con l’altro e contaminazioni culturali”.
Coinvolti nella tre giorni in svolgimento storici, filosofi, letterati, linguisti, ebraisti, studiosi di teatro, delle religioni e della musica impegnati a indagare, da prospettive diverse e in dialogo tra loro, “gli orizzonti di significato reali e simbolici che l’elaborazione del mito ha dischiuso in aree geografiche differenti dal Medioevo fino a oggi”. Un quadro nel complesso pieno di stimoli e punti di interesse.
Il convegno è fruibile sia in presenza che online. Clicca qui per il programma completo.

(Nell’immagine l’intervento del professor Fabrizio Franceschini su “Ambiguità dell’Ebreo errante”)