La Giustizia tedesca
e i conti con la Storia

In Italia il caso più famoso è quello di Gaetano Azzariti, il magistrato “senza toga” che passò dalla presidenza del Tribunale della razza d’epoca fascista a quella della Corte costituzionale nell’Italia del dopoguerra. Come lui migliaia di burocrati fascisti passarono dal rappresentare il regime ad amministrare la giustizia per la Repubblica. Una conversione simile avvenne anche in Germania. Un fenomeno diffuso con cui fare i conti e di cui analizzare gli effetti. Per questo nel 2012 fu avviata una commissione che nel 2016 pubblicò i “Rosenburg File”: uno studio sui fascicoli degli archivi del Ministero della Giustizia dal 1949 al 1973. “Il risultato ci impressionò. Non pensavamo che così tanti esponenti del regime nazista avessero fatto carriera nella Germania del dopoguerra”, ha raccontato Manfred Görtemaker, professore di Storia moderna all’Università di Potsdam, in occasione del seminario organizzato dall’ambasciata tedesca in Italia e intitolato “Come la Germania sta affrontando la storia del XX secolo”. “Anche a distanza di decenni – ha rilevato Görtemaker, parte della commissione dei Rosenburg File – è stato comunque fondamentale riprendere in mano quelle carte e capire come e perché non ci fu discontinuità”.