Oltremare – Droni

I droni in Israele sono ubiqui, soprattutto sulle spiagge e ad altezza non elevatissima sopra al giardino dei miei vicini di casa. I quali certo, con tre figli e ondate di covid non ancora terminate, qualcosa per tenere occupata la prole devono pure trovarla. E i droni per questo sono perfetti: li si comanda anche da sotto le coperte, volendo. Il mio primo pensiero quando ne vedo uno è: avrà una telecamera montata sopra? E si vedrà la mia espressione fra il condiscendente e il leggermente scocciato, visto che sto pensando su quale albero potrebbe andare a schiantarsi, e se fosse il mango che sta finendo di far maturare i frutti glielo restituisco a fettine, io, il drone.
Nulla a che fare comunque con i giochi di guerra che Hezbollah sta portando avanti su al nord, a circa 200 chilometri dai nostri giardini. Ma anche lì deve esserci qualcuno che cerca di controllare l’espressione del proprio viso mentre prende la mira e, immagino con immensa soddisfazione, li centra uno ad uno in una specie di battaglia navale tridimensionale. La cosa buffa è che ormai siamo abituati a pensare che l’unica arma di difesa attiva utile e di sicuro successo sia l’Iron Dome, e invece stavolta, contro droni che volano lenti, quello che serve secondo alcuni strateghi militari intervistati dai giornali, potrebbe essere appunto il classico cecchino con l’occhio veloce e le dita scattanti. E no, non siamo ritornati indietro di vent’anni. Il cecchino dovrebbe comunque utilizzare dispositivi avanzati che confondono le frequenze dei droni e impediscono loro di volare secondo programma.
Mi domando se potrebbero prestarmi qualcuna di quelle tecnologie per proteggere attivamente (e pacificamente) il nostro albero di mango.

Daniela Fubini