“Mi ha annullato un goal
e ho perso la finale,
ma la colpa fu del guardalinee”
Il pur ottimo arbitraggio di Klein fu segnato da una svista: l’annullamento del quarto goal azzurro, firmato da Giancarlo Antognoni a pochi minuti dal termine della gara, che se convalidato avrebbe forse evitato agli uomini di Bearzot un finale con più di un patema per difendersi dall’assalto dei brasiliani alla ricerca disperata del pareggio. Una svista tutto sommato indolore per l’Italia. Ma non per il diretto interessato, astro della nazionale e bandiera da anni anche della Fiorentina.
“In quel Mondiale avevo un’ossessione. Volevo segnare a tutti i costi, anche una sola rete” la sua testimonianza a Pagine Ebraiche. Da lì il bisogno di provarci in tutti i modi nella successiva semifinale con lo Polonia, al punto da infortunarsi nell’ennesimo di molti tentativi e dover saltare come conseguenza la finale con la Germania. Una beffa atroce di cui parla ancora con difficoltà.
“Quarant’anni dopo mi sento comunque di ‘perdonarlo’ il povero Klein. L’errore in fondo non fu tanto suo quanto del guardalinee”, spiega al giornale dell’ebraismo italiano. “Oggi mi è più facile elaborare quella vicenda. In fondo siamo diventati campioni tutti insieme, a prescindere da chi è poi sceso effettivamente in campo contro la Germania. Certo dispiace, e un po’ brucia, perché penso che avrei potuto essere uno dei protagonisti di quell’incontro. Ma così va il calcio e non posso farne una colpa a Klein”.
Un sodalizio vincente che l’Italia tutta sta onorando con una serie di iniziative che, dice Antognoni, “scaldano il cuore; sono passati tanti anni eppure è un ricordo più che mai vivo: il segno che abbiamo inciso”. Nel nome anche di “Pablito”, scomparso da un anno e mezzo ma sempre nei pensieri dei suoi ex compagni di squadra e amici. “Abbiamo un gruppo Whatsapp, ci scriviamo e sentiamo continuamente. Eravamo e siamo ancora uniti…”.
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(6 luglio 2022)