Memoria della Shoah e social media,
le buone pratiche da adottare
Abusi, travisamenti e manipolazioni della Shoah si possono riscontrare a tutti i livelli. Governi che cercano di minimizzare la loro responsabilità storica, teorici della cospirazione che accusano gli ebrei di esagerare le loro sofferenze a scopo di lucro e utenti online che fanno uso di immagini e linguaggio associati alla Shoah per scopi politici, ideologici o commerciali che non hanno legami con la sua storia: gli esempi sono purtroppo molteplici.
Ad elaborare strategie di contrasto a questo fenomeno inquietante il progetto “Countering Holocaust distortion on social media. Promoting a positive use of Internet social technologies for teaching and learning about the Holocaust”, che ha coinvolto varie realtà italiane ed è risultato vincitore di un bando promosso dall’IHRA. Dopo una prima presentazione nella sede della Fondazione Museo della Shoah di Roma l’iniziativa si è ora rivolta a due categorie specifiche, giornalisti e responsabili di musei, oggetto di altrettanti approfondimenti a cura della coordinatrice Stefania Manca (CNR) e della professoressa Silvia Guetta (Università di Firenze). Obiettivo degli incontri quello di “diffondere le conoscenze più recenti sul tema della rappresentazione distorta della Shoah, con particolare riguardo per le forme distorsive e di abuso rintracciabili sui social media”.
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