Oltremare – Giorni presidenziali
Prima che si mettano tutti a discutere, interpretare, ipotizzare, prevedere e di norma anche infastidirsi e sempre ad esprimere sentimenti di varia natura ma comunque con frasi piene di punti esclamativi e punti di domanda; prima che addirittura inizi il viaggio in Israele e zone limitrofe del quasi nuovo Presidente degli Stati Uniti, i commentatori sono già tutti concordi su di un punto cruciale: chi può stia a casa per tre giorni. Non serve, che fra andata e ritorno almeno una tratta sarà fatta per via aerea in elicottero. Perché mica tutti possono salire sull’elicottero presidenziale. Ci saranno lo stesso decine se non centinaia forse di automobili nere lunghe ed eleganti a zonzo per l’unica strada che collega il centro del paese e la capitale. E in qualunque momento durante i giorni della visita ufficiale il paese sarà per lunghe ore spezzato in due come quando maneggiando troppo una cartina geografica, a piegarla troppe volte si creavano quelle bande scolorite dove la carta si rovinava ed emergeva il bianco di sotto. Quindi, tutti a casa. Tanto siamo abituati al telelavoro, come se non avessimo mai avuto un ufficio. E se per caso qualcuno deve comunque avventurarsi in giro per il paese, è bene che abbia un amico nei servizi segreti – tutti ne hanno uno, a scavare un po’ – che gli passi con anticipo il piano degli spostamenti delle varie delegazioni blocca-traffico. Io mi sto già attrezzando, ma per me è facile: l’unico momento in cui potrei essere là fuori, nella giungla di auto nere, coincide quasi perfettamente con l’inaugurazione delle Maccabiadi, che non avviene come temevo a Kfar Maccabià. sede ufficiale della manifestazione, ma Teddy, cioè nello stadio cittadino nel bel centro di Gerusalemme, a venti minuti di macchina (che a Gerusalemme non sono niente) dal Kotel. Con immensa felicità di tutti gli amici che vivono in città, saranno loro a sciropparsi le cordate di auto, gli elicotteri, i poliziotti in assetto da sommossa e via dicendo. A noi gente di pianura basta non essere nel raggio di quei trenta chilometri tutto intorno al Teddy da tre ore prima a tre ore dopo l’evento, e siamo tranquilli, si spera.
Dicono sia comodo vivere in un paese piccolo, dove tutto è abbastanza vicino, facilmente raggiungibile. In giorni normali, tolto il traffico massiccio in tutte le direzioni a quasi tutte le ore del giorno, magari sì. In giorni presidenziali, meno.
Daniela Fubini