Governo Draghi, futuro in bilico

I quotidiani si interrogano in apertura sul futuro del governo Draghi dopo lo strappo dei Cinque Stelle che ieri alla Camera, uscendo dall’aula, non hanno votato il decreto Aiuti. Il presidente del Consiglio si è recato al Colle per parlare con Mattarella. E il Corriere racconta di un Draghi piuttosto irritato dai tentativi di destabilizzazione interni guidati da Conte e a cui, scrive il quotidiano, si aggiungono anche quelli della Lega di Salvini. “Draghi non molla – scrive la firma del Corriere Monica Guerzoni – perché nonostante le fortissime tensioni elettorali dei partiti e tra i partiti, resta convinto che l’Italia, scossa dalla pandemia, dalle conseguenze della guerra in Ucraina e dall’inflazione che galoppa, abbia ancora bisogno del suo governo”. Nelle stesse pagine Massimo Franco definisce questa crisi a bassa intensità come “una sorta di congiura dei perdenti, illusi di poter salvare almeno una minoranza di seggi separando i propri destini da quelli del governo. È una gara di irresponsabilità, che forse non calcola nemmeno il contraccolpo che una crisi avrebbe sull’immagine dell’Italia schierata in prima fila contro l’aggressione di Vladimir Putin all’Ucraina”.
Per evitare lo scontro aperto, Draghi, spiega la Stampa, “è disposto a fare aperture a Conte ma soltanto sui temi sociali. La richiesta di scostamento di Bilancio resterà inascoltata”.

Medio Oriente, gli obiettivi di Biden. Domani il presidente Usa atterrerà in Israele dove incontrerà il presidente Herzog e il Premier Lapid, per poi avere un faccia a faccia con il presidente palestinese Abbas. Poi il suo viaggio proseguirà in Arabia Saudita. A elencare gli obiettivi di questa missione, Paolo Mastrolilli su Repubblica: “dare garanzie a Israele sul negoziato per resuscitare l’accordo nucleare con l’Iran; creare una difesa aerea comune tra lo Stato ebraico e i Paesi arabi del Golfo da Teheran, che secondo la Casa Bianca si prepara a fornire droni alla Russia; rilanciare il rapporto con l’Autorità palestinese, a partire da un finanziamento da 100 milioni di dollari per i suoi ospedali; togliere il blocco alla vendita di armi offensive all’Arabia Saudita, in cambio dell’impegno a chiudere il conflitto in Yemen, avvicinarsi all’ingresso negli Accordi di Abramo, e incrementare la produzione di petrolio per fare fronte all’aumento del prezzo che deriverebbe dal bando già deciso da Usa e Ue per quello russo”. Non tutto sarà portato avanti in questi pochi giorni, ma, scrive il giornalista di Repubblica, sarà un tentativo di gettare le basi per un nuovo equilibrio in Medio Oriente. Per il Sole 24 Ore l’obiettivo di Biden “è creare un asse sunnita-israeliano per contenere l’Iran” che apra la porta a un “disimpegno Usa nell’area per dedicarsi all’Indo-Pacifico”.

Repressioni iraniane. Jafar Panahi, il regista iraniano dissidente vincitore del Leone d’oro al Festival di Venezia nel 2000 per il film Il cerchio, è stato arrestato a Teheran dove partecipava alla protesta per chiedere la liberazione dei colleghi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, arrestati lo scorso fine settimana. Una repressione contro il mondo della cultura dissidente che diverse voci internazionali chiedono venga interrotta con la liberazione dei registi. Tra chi lancia appelli, il Festival di Cannes che in una nota, riporta Repubblica, afferma il suo sostegno “a tutti coloro che, nel mondo, sono sottoposti a violenza e repressione. Saremo incessantemente al servizio degli artisti perseguitati per trasmettere le loro voci forti e chiare, in difesa della libertà di creazione e della libertà di parola”.

Mobilitazione ucraina. “Zelensky dà l’ordine di liberare il sud, perché adesso si può”, titola il Foglio, spiegando come l’obiettivo delle forze ucraine sia in queste settimane liberare l’area di Kherson dall’occupante russo. Per farlo, la chiave saranno i lanciarazzi Himars, le cui munizioni sono costose e sono in arrivo dall’Occidente. Quest’arma, scrive il Foglio, permette “tre cose: far partire il colpo senza diventare immediatamente bersagli del fuoco nemico, sparare a 77 chilometri di distanza e quasi senza poter sbagliare, andare a segno perché i russi non hanno ancora trovato il modo di difendersi” dai razzi Himars. Intanto il Giornale racconta i combattimenti a Est, nella zona di Dnipro, dove alcuni volontari italiani si sono uniti alla squadra speciale, Masada, “dal nome della fortezza che ha resistito fino allo stremo alle legioni romane. Gran parte dell’unità è composta da giovani ebrei della comunità ucraina. – racconta il Giornale – Alcuni sono israeliani e Viktor, il comandante con la barbetta di 28 anni, nato in Ucraina, ha vissuto a Haifa. E servito in Tsahal, l’esercito dello stato ebraico come capo carro. Sulla giubba, come gli altri, porta la stella di Davide. ‘Il nostro motto è “non ci arrenderemo mai” – spiega il comandante -. All’inizio pensavo che non fosse la mia guerra, ma è stato invaso un Paese libero. E gli uomini liberi non possono permettere questo scempio’”.

Arruolarsi nell’esercito russo. Sul fronte opposto, scrive Repubblica, Mosca ha difficoltà a reclutare uomini: lo fa promettendo laute paghe – tra i duemila e i settemila euro, contro i settecento della paga media in Russia – e attirando soprattutto “i giovani delle zone povere, come Cecenia e Daghestan nel Caucaso e la Buriazia nell’Est”. Alcuni commentatori interni “dicono da mesi che rinunciare alla mobilitazione generale è una follia e che di questo passo la Russia perderà la guerra ma non sono ascoltati. La chiamata alle armi avrebbe un prezzo politico troppo alto”.

Segnalibro. È uscito in libreria per Hoepli Einstein secondo Einstein. Riflessioni autobiografiche e scientifiche a cura di Hanoch Gutfreund professore emerito di Fisica teorica all’Università Ebraica di Gerusalemme, dove dirige gli Albert Einstein Archives, e Jürgen Renn, direttore all’Istituto Max Planck per la Storia della scienza. I due autori presenteranno il volume a Trieste 16 luglio, nell’ambito del convegno «The evolution of knowledge» organizzato dalla Sissa. E ne parlano in un’intervista al Giornale. Il volume è, spiegano Gutfreund e Renn, “un’autobiografia intellettuale che offre non solo una comprensione profonda del pensiero di Einstein, ma della natura del pensiero scientifico in generale. Evidenzia, anche, le radici del suo pensiero nella sua formazione giovanile e nell’ambiente famigliare”.

A teatro. Simon Wiesenthal, nell’ultimo suo giorno di lavoro nel Centro di documentazione ebraica mentre ricorda 58 anni di attività sulle tracce dei criminali di guerra nazisti. È il cuore dello spettacolo “Il cacciatore di nazisti” con regia di Giorgio Gallione e protagonista l’attore Remo Girone. Lo spettacolo andrà in scena questa sera al Campania Teatro Festival. “Wiesenthal – ricorda Girone in un’intervista a Repubblica Napoli – si è dedicato a mantenere in vita la memoria con la speranza che queste cose non si ripetano, ma il pericolo è sempre presente, e cominciò in un momento in cui anche i sopravvissuti dei campi vivevano di rimozione, doveva essere molto duro, al contrario, verificare e ricordare”.

Daniel Reichel