L’Europa ebraica e l’antisemitismo
Nel 2012 e poi nel 2018 l’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (FRA) aveva lanciato due indagini sulle percezioni e le esperienze di antisemitismo fra gli ebrei in Europa. Tredici i paesi coinvolti, tra cui Italia, Francia, Germania, Regno Unito. Un segnale importante da parte delle istituzioni europee rispetto alla consapevolezza di come il problema del pregiudizio antiebraico fosse di stretta attualità. Attorno i risultati di quell’indagine e ai suoi aggiornamenti è possibile analizzare quali siano le forme di discriminazione percepite dagli ebrei europei, quali i canali di trasmissione, chi siano i perpetratori dell’offesa. A fare un quadro rispetto ad alcuni di questi elementi, il demografo Sergio Della Pergola, docente emerito dell’Università Ebraica di Gerusalemme, in occasione di un seminario organizzato all’Università di Firenze sul tema delle “Percezioni contemporanee degli antisemitismi e dei negazionismi”. A introdurre l’approfondimento, gli interventi delle docenti Ida Zatelli e Silvia Guetta incentrati rispettivamente sugli accordi siglati dall’accademia fiorentina con l’Università Ebraica e con lo Yad Vashem.
In apertura Della Pergola ha evidenziato come il pregiudizio antisemita non solo abbia pregiudizi antichi, ma come quelle radici si conservino nel tempo. “C’è una stratificazione nei concetti dell’antisemitismo: le idee più vecchie non vengono cancellate, ma si conservano. Io le chiamo modernizzazioni bloccate. Così continuano ad esserci i cultori di un certo tipo di idea antiebraica. Quest’idea poi viene magari superata da un’altra, ma la precedente non scompare. Se ne sovrappone una nuova. Quindi l’antisemitismo o gli antisemitismi sono in realtà una costruzione in costante accrescimento, che si arricchisce di elementi, che oltretutto non sono nemmeno moltissimi. – ha spiegato Della Pergola – Se io faccio un catalogo dei principali concetti antisemiti, credo che si possa arrivare a una trentina di idee”. Sempre le stesse, in continuo aggiornamento con l’aggiunta di alcune innovazioni, che, rileva il demografo, seguono sostanzialmente tre direttrici: il tentativo di annientare l’ebreo; il tentativo di marginalizzarlo ed escluderlo dalla vita civile, sociale, culturale, economica di un paese; la creazione di paure, frustrazioni, ansie che portano al peggioramento della qualità della vita di chi è ebreo. Se le prime due sono notoriamente strade che l’Europa ha percorso in passato, oggi sono per lo più minoritarie, spiega Della Pergola (senza dimenticare, allargando l’orizzonte, le minacce iraniane e di Hamas). Più diffusa è la terza che diventa centrale nell’antisemitismo europeo.