Partite e cultura di pace
L’AS Roma giocherà a Haifa il 30 luglio 2022 con il Tottenham. Naturalmente, non era possibile esimersi dal proporne il boicottaggio, asserendo che in Israele vige l’apartheid e che i soldati israeliani sono dei tagliagole. Chi accusa vince sempre perché, invertendo l’onere della prova, mette gli altri sulla difensiva. Scrive Antonio Preiti sul Corriere della Sera, supplemento Roma, 14 maggio 2022: “Un fattore è il frame (la cornice semantica) della discussione. Nella comunicazione politica, ma direi dovunque, esiste una legge ferrea: chi è costretto a difendersi perde sempre, perché è costretto a discutere sul terreno semantico scelto dall’avversario. Chi disegna e occupa il frame dell’argomento vince. (..) Siccome l’accusa non è mai definita, si arriva perciò al paradosso che le dimostrazioni contrarie non bastino mai. (..) Il secondo fattore è la supremazia delle emozioni sulla razionalità. Non siamo guidati dalla ragione (ma dovremmo, o almeno dovremmo cercare di esserlo) ma dalle emozioni. È l’emozione che trascina la ragione, secondo il neuro-scienziato Antonio Damasio, non il contrario. Detto in maniera più brutale: tra ragione ed emozione è più facile che vinca la seconda”.
L’AS Roma deve unire, non dividere. Speriamo che la Roma giochi non solo ad Haifa, ma anche in Cisgiordania, magari con un quadrangolare col Tottenham e con un club palestinese ed uno israeliano. Respingiamo la cultura della diffamazione, la cultura dell’odio e del rancore eterni. Speriamo che cresca una cultura di pace e di rispetto reciproco che allontani la malapianta del boicottaggio, che tanti vantaggi porta alle carriere di personaggi altrimenti modestissimi.
Inoltre, il boicottaggio degli ebrei non è molto originale, anzi, è una coazione a ripetere. Se proprio dobbiamo diffondere delle accuse tremebonde, chiediamo alla controparte ebraica di diffondere le sue ragioni. Forse faremo meno carriera, ma saremmo in pace con le nostre coscienze.
Emanuele Calò, giurista