Rehov Hillel 25, una casa aperta a tutti

Dal 1952 Palazzo Schimdt in Rechov Hillel 25 è ufficialmente la casa degli italiani di Gerusalemme. Ormai da settant’anni il Tempio italiano trova posto in questo palazzo storico, costruito da cattolici tedeschi sul finire dell’Ottocento come ostello per i pellegrini.
“Ricordo l’inaugurazione. La comunità ebraica italiana, agghindata con i vestiti migliori, affollava il bellissimo ambiente. Uomini, donne e bambini. la testimonianza di David Cassuto, che è stato poi vicesindaco di Gerusalemme Ricordo di quando il nonno, il prof. Umberto Cassuto, nella cui casa eravamo cresciuti, ci raccontava del meraviglioso tesoro giunto a Gerusalemme ed eravamo molto curiosi di vederlo”.
Già nel 1945 tra le mura di Rechov Hillel risuonavano i canti del minhag (rito liturgico) italiano. Un gruppo di primi italkim lo scelse come luogo per pregare insieme. Era all’epoca la sede del liceo Ma’ale.
La presenza italiana crebbe e si consolidò negli anni, anche dopo il trasferimento della scuola, ampliandosi fino all’utilizzo di diversi locali del complesso, ospitando non solo la sinagoga gioiello portata in Israele da Conegliano Veneto, ma anche il Museo di arte ebraica italiana Nahon.
Poi il momento più complicato: la decisione del demanio di vendere l’edificio. La Hevrat Yehudei Italia organizzazione che rappresenta la comunità ebraica italiana d’Israele si impegnò immediatamente per acquisirlo e nel 2013, dopo un’impegnativa raccolta fondi e l’intervento di alcuni benefattori, riuscì nel suo obiettivo. Un momento storico per la comunità, con la prospettiva di usare nuovi spazi per diventare sempre più centro di aggregazione. Un luogo di preghiera, di incontro, di studio. Quasi dieci anni dopo quell’impegno si rinnova. Un nuovo capitolo si appresta ad aprirsi con la conclusione dei lavori di ristrutturazione portati avanti in varie aree dell’edificio. “L’edificio risale al 1870 ed è un patrimonio storico della città. Stiamo ultimando alcuni ampliamenti nelle sale adiacenti al Museo e presto avremo una grande sala per ospitare conferenze e incontri. Uno spazio che vogliamo diventi un polo culturale e sociale non solo per gli italiani di Gerusalemme, ma per tutti quelli d’Israele” spiega Michi Raccah, presidente della Hevrat Yehudei Italia beIsrael. La grande inaugurazione delle sale rinnovate con l’apertura anche di due cucine – è prevista per inizio autunno, in coincidenza con il capodanno ebraico. Un simbolico nuovo inizio. Per l’ultimo miglio Raccah, assieme all’assessore ai lavori Angelo Piattelli, ha fatto appello in queste settimane a uno sforzo aggiuntivo per ricevere le donazioni necessarie al completamento di alcuni tasselli, come il restauro delle finestre storiche dell’edificio.
“Il nostro auspicio – afferma Raccah – è che Rechov Hillel possa diventare la casa di tutti gli italiani d’Israele” .

Dossier Italkim, Pagine Ebraiche Luglio 2022