Biden in Israele e Arabia Saudita Putin sceglie Teheran
Alle 15.30 ora locale il presidente Usa Joe Biden sbarcherà in Israele, dove rimarrà tre giorni per poi ripartire verso l’Arabia Saudita. Molte le analisi legate alla missione di Biden, diretta, scrive il Foglio, “a rimodellare il Medio Oriente”. Tra gli obiettivi di lungo periodo, la normalizzazione delle relazioni tra Gerusalemme e Riad, allargando così gli Accordi di Abramo. Per farlo si guarda come primo passo a consolidare le alleanze in funzione della minaccia comune per l’area, l’Iran. “Il Pentagono – scrive Repubblica – ha già avviato i colloqui per creare una difesa aerea e missilistica comune con Israele e paesi arabi. La riuscita del progetto di protezione militare, attraverso un sistema di avvistamento delle minacce e allarme condiviso, metterebbe le basi anche per iniziare a discutere con i sauditi il loro ingresso negli Accordi di Abramo”. Secondo il quotidiano Riad vorrebbe però un coinvolgimento palestinese nelle trattative diplomatiche, difficile a fronte di una realtà divisa e con una leadership debole. L’opzione, si legge, potrebbe essere offrire a Ramallah di entrare nel quadro degli Accordi di Abramo, ma al momento la strada appare in salita. E, scrive Domani, la questione palestinese sembra fuori dall’agenda Biden, salvo un aiuto economico e la possibile riapertura della rappresentanza di Ramallah a Washington, chiusa durante la presidenza Trump. Israele invece coglierà l’occasione per mostrare al presidente Usa un nuovo sistema antimissile con l’uso dei laser e chiedere un sostegno per finanziarlo.
Biden e la questione energia. Tornando al cuore della missione Usa, sul tavolo oltre all’opzione di costruire quella che i media israeliani definiscono la Nato del Medio Oriente, c’è anche la trattativa con i paesi del Golfo sull’energia. “Riad – spiega La Stampa – avrà un ruolo decisivo nel chiedere agli altri Paesi Opec di estrarre più petrolio”. Almeno questo auspica la Casa Bianca che con questa mossa vuole “provare a rallentare l’inflazione negli Usa, tallone d’Achille dell’Amministrazione” e “mantenere le forniture ad un livello globale tale da poter sostituire (almeno parzialmente) i combustibili russi”. Secondo Avvenire ottenere risultati sul fronte della sicurezza energetica sarà centrale per Biden, che in patria perde costantemente consensi a fronte di un’economia in difficoltà e di un’opinione pubblica che inizia a indietreggiare rispetto al sostegno all’Ucraina.
Putin e l’alleanza con l’Iran. Sul fronte opposto, il presidente russo Putin si muove per consolidare il suo rapporto con il regime iraniano a cui, riportano i quotidiani oggi, chiederà la fornitura di droni da usare nell’invasione dell’Ucraina (armi impiegate dall’Iran, spiega il Corriere, “in modo efficace in attacchi contro l’Arabia Saudita, contro navi mercantili israeliane, siti negli Emirati Arabi”). L’occasione per stringere i legami con Teheran sarà il viaggio di Putin nella capitale iraniana della prossima settimana (19 luglio). “Putin va all’attacco in Medio Oriente e disegna alleanze alternative a quelle che gli Stati Uniti cercano di cementare in questi giorni”, scrive il Giornale. A Teheran ci sarà anche il presidente turco Erdogan, oltre al Premier Raisi (il Giornale ricorda come quest’ultimo in passato abbia “condannato a morte decine di migliaia di persone”). I tre parleranno di Siria, dove si spartiscono poteri e influenze. Ma discuteranno anche di Ucraina, rileva la Stampa. L’invasione decisa da Putin ha posto Ankara e Teheran in una posizione di forza, la valutazione del quotidiano. La Turchia è la chiave per le esportazioni del grano russo (e ucraino rubato), fornisce droni a Kiev, non impone sanzioni a Mosca e in questa ambiguità è libera di operare. “L’Iran è ancora più felice. È corteggiato dall’Occidente come mai negli ultimi 40 anni. Ha le capacità produttive di riserva più importanti al mondo nel campo energetico e serve Washington per sostituire quelle russe. America ed Europa sono pronte a offrire un nuovo accordo sul nucleare. Putin, l’alleato storico nei momenti di difficoltà, è ora costretto a chiedere”.
Negoziati nucleari. Alla luce di questi nuovi equilibri, Teheran insiste nel rilancio dei negoziati sul nucleare, come dimostrano le parole di Hossein Amir Abdollahian, ministro degli Esteri iraniano, a Repubblica. In un’ampia intervista il ministro, in visita a Roma, presenta il suo paese come voce dialogante (anche sulla questione ucraina). Le domande poste non lo mettono in difficoltà. Nessun riferimento alla questione della violazione dei diritti umani (solo nell’ultima settimana tre registi di fama internazionale sono stati imprigionati) o al finanziamento del terrorismo internazionale. L’intervista è però occasione per puntare il dito contro Israele, accusato di voler trasformare il viaggio di Biden in Medio Oriente in “un’occasione per promuovere questioni di sicurezza e usarlo contro l’Iran. Ci auguriamo che la parte americana faccia sì che non si trasformi in un’occasione non costruttiva e in contrasto con la dichiarata volontà di arrivare a una conclusione dei negoziati nucleari”. Logica al contrario: dovrebbe essere l’Iran a smettere di minacciare in continuazione Israele di distruzione. Questo sarebbe costruttivo.
Quarta dose. In Italia si apre la strada alla somministrazione della quarta dose per gli over 60. E Messaggero Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, ricorda come a maggio l’Organizzazione mondiale della Sanità abbia raccomandato il secondo richiamo per migliorare la risposta immunitaria nei 60enni. Inoltre cauda presenta i dati presentati da due studi in Israele: “su oltre 1 milione di persone, tra gennaio e marzo, si era visto che la protezione nel prevenire la malattia grave era intorno al 70% e l’efficacia nel prevenire l’infezione pari al 50%. L’immunità nei confronti di questi virus è limitata nel tempo, si è calcolato che duri circa otto settimane. Quindi il secondo richiamo serve per ridurre il rischio grave di malattia”.
Maccabiadi al via. Diecimila atleti da oltre 60 Paesi sono giunti in Israele per partecipare alla 21a edizione della Maccabiadi, le Olimpiadi del popolo ebraico, disputate per la prima volta 90 anni fa e mai interrotte, fatta eccezione per gli anni della Shoah. La inaugurazione formale avrà luogo domani nello Stadio Teddy di Gerusalemme alla presenza delle maggiori cariche di Israele. Lo segnala Avvenire, ricordando anche la presenza della delegazione del Maccabi Italia.
Bologna, Memoria viva. Dal 18 al 20 luglio si svolgeranno diverse attività attorno al Memoriale della Shoah di Bologna. Dalla proiezione di film a una competizione di skater nello spazio antistante al Memoriale. Presto, spiega il Resto del Carlino nelle pagine cittadine, il sito sarà inglobato in un progetto diffuso sulla memoria voluto dall’amministrazione comunale. Un’iniziativa, afferma Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica bolognese, “che potrebbe trasformarlo in un luogo baricentrico che insiste sulla storia e che si tramanda di generazione in generazione”.
L’associazione a delinquere torinese. “Contro gli stranieri, gli ebrei, i partigiani, i rider, i loro stessi avvocati. Lo raccontano le intercettazioni finite nelle carte d’indagine sul centro sociale Askatasuna che imbarazzano i militanti. Intercettazioni telefoniche e ambientali durate due anni che per la Digos tratteggiano la vera natura del gruppo: ‘Persone prive di principi e valori morali’”. Lo racconta la Stampa ricostruendo l’indagine che ha coinvolto il noto centro sociale torinese. Quest’ultimo, secondo il tribunale del Riesame, si comporta come “un’associazione a delinquere”. Nel catalogo delle azioni dei suoi membri “raid contro i pusher, l’aggressione a un migrante, le conversazioni con tratti razzisti e antisemiti”.
Daniel Reichel