Milano, la solidarietà non ha confini

Portare conforto e aiuto ai senza tetto di Milano. Conoscere le loro storie e darvi un volto e un nome. È l’impegno portato avanti da anni dai volontari dei City Angels che la scorsa notte hanno portato nel loro giro quotidiano anche un gruppo di giovani ebrei francesi, parte del movimento ebraico Eclaireuses et Eclaireurs israélites de France. “Mi avevano contattato per poter fare un’esperienza rivolta al sociale a Milano e così abbiamo organizzato con i City Angels, con cui collaboriamo da tempo”, racconta il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Milo Hasbani. I venticinque giovani, ragazzi e ragazze tra i quindici e diciassette anni provenienti da Parigi e Nizza, hanno così aiutato per una sera i volontari nell’impegno solidale per i senzatetto. Al loro fianco, anche alcuni giovani dell’Ugei, tra cui il presidente David Fiorentini. “Erano tutti molto coinvolti e hanno ringraziato per l’esperienza, per aver potuto fare qualcosa di concreto per chi ha bisogno. Alcune delle persone che abbiamo incontrato, camminando per il centro di Milano, parlavano francese; hanno spiegato come le difficoltà della vita li avevano portati a vivere per strada”. Un’esperienza intensa conclusa con un confronto a fine serata tra tutti i partecipanti. “È una tradizione del presidente dei City Angels Mario Furlan, che in questa occasione ha voluto sentire le impressioni dei giovani francesi”. Impressioni positive con l’idea anche di costruire un ponte per queste attività anche in Francia. “I ragazzi hanno poi chiesto se potevano recitare come forma di ringraziamento per la giornata una canzone. E il testo parlava dell’impegno per la vita e si concludeva con la recitazione dello shemà israel”, racconta Hasbani. “Il gruppo ora proseguirà il suo viaggio a Venezia, Rimini, Roma e Firenze e stiamo cercando di dare loro una mano per organizzare altre iniziative simili”. L’impegno infatti dell’Eclaireuses et Eclaireurs israélites de France, movimento scoutistico ebraico nato nel 1923, è infatti rivolto al sociale con baricentro l’educazione ai valori dell’ebraismo.