Quale risposta all’Iran
“Non lasceremo un vuoto che sarebbe riempito da Cina, Russia o Iran”.
Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden al termine della sua missione in Medio Oriente. Un finale incandescente per il suo viaggio iniziato da Gerusalemme mercoledì e conclusosi ieri a Gedda, anche per via di alcuni screzi nel faccia a faccia con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman sul quale pesa l’ombra di una responsabilità personale nell’omicidio di Jamal Khashoggi. Il reggente, infastidito da alcune accuse nel merito, avrebbe replicato accusando a sua volta gli Usa di non aver fatto abbastanza per appurare le circostanze della morte della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh.
Nel corso dei suoi colloqui Biden ha ribadito l’impegno a contrastare l’ipotesi di un Iran dotato di nucleare. “Tutti sono convinti, le strade divergono”, sottolinea La Stampa a proposito delle diverse ipotesi messe in campo dai leader arabi presenti. Bin Salman ha infatti invitato l’Iran “a cooperare con le altre nazioni della regione e a consentire il ritorno degli ispettori dell’Aiea”. Arabia Saudita ed Emirati Arabi hanno poi espresso “un certo malcontento per non essere stati coinvolti nei negoziati”. Mentre i media israeliani “hanno notato che nell’intervento di Biden non è mai stato nominato Israele”. Secondo Repubblica “le minacce di Teheran sono la colla che dovrebbe mettere insieme la coalizione difensiva basata sull’allargamento degli Accordi di Abramo, che Washington spera di creare favorendo la normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele”. Riad, si aggiunge, “gela però gli entusiasmi, nonostante lo sforzo del capo della Casa Bianca per ricucire il rapporto”.
Da Israele arriva intanto la notizia di un soldato rimasto ucciso a un posto di blocco da un giovane palestinese a bordo di una vettura rubata. L’uomo, di nome Barak Meshulam, aveva 29 anni ed era originario di Kfar Saba.
Si iniziano ad ipotizzare le date per un possibile ritorno al voto in autunno. “La data del decreto di scioglimento delle Camere sarebbe stata spostata in avanti di qualche giorno, a venerdì 29 luglio. Si è scoperto infatti che il 25 settembre non si potrebbe votare, perché cade in una festività ebraica. E dunque le elezioni dovrebbero svolgersi la domenica successiva: il due ottobre”, scrive il Corriere. La sera del 25 settembre inizierà la solennità di Rosh haShanah, il Capodanno ebraico. Un concetto che poteva essere spiegato meglio.
Dopo il pronunciamento della Cassazione sembra allontanarsi la speranza di una vera giustizia nel nome di Giulio Regeni. Per La Stampa “non è escluso che la famiglia Regeni, assistita dall’avvocato Alessandra Ballerini, possa ricorrere alla Corte Ue dei diritti dell’uomo per ottenere che venga celebrato il processo”.
Il domenicale del Sole 24 Ore dà evidenza all’ultimo lavoro di Alberto Cavaglion: La misura dell’inatteso. Ebraismo e cultura italiana (1815-1988). La “scoperta” di Dante tra i temi più stimolanti affrontati dall’autore. Ad essere ricostruite, in un saggio su questo tema, “la circolazione di un Dante popolare, la presenza diffusa di rimari e antologie della Commedia che s’intreccia a narrazioni bibliche, a volgarizzamenti e a forme di rappresentazioni popolari del sacro”.
Si è dimessa Sabine Schormann, direttrice di Documenta. La manifestazione di arte contemporanea tedesca, ricorda il Corriere, “è stata investita da pesanti accuse per via di un’opera nella quale comparivano figure di evidente taglio antisemita”.
Avvenire presenta Chi ha ucciso Gesù?, saggio di Giuseppe Altamore “che ripercorre stereotipi e pregiudizi antiebraici fino agli atti antisemiti di oggi”. Il testo ha la prefazione di rav Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Roma.
Adam Smulevich
(17 luglio 2022)