Oltremare – Tayelet
nuova di zecca

La fila di villette, tutte di recentissima costruzione, è come spesso in Israele molto eclettica. O a dirla meno gentilmente, una simpatica accozzaglia di stili che vanno dal post-Bauhaus lineare e bianchissimo al cottage inglese con i mattoni a vista e le finestre allampanate passando per il villino a due piani grecofilo con colonne finto doriche incastonate in un plexiglass che grida vendetta all’idolo greco dell’architettura (che ci sarà sicuramente stato, con tutto quel che han costruito gli antichi greci, ma non mi viene in mente così al volo quale fosse). Ma l’apice lo tocca la villa con la piscina che dalla strada non si vede ma che speriamo ardentemente ci sia, visto che sopra ci han costruito un percorso con anelli e altalene e corde, in pieno tema “Ninja Israel”, uno dei programmi televisivi più inutili all’umanità ma forse per questo più seguiti in questa santa terra, nel quale ginnasti o aspiranti tali si sfidano ad arrivare alla fine di un percorso impossibile, e il più delle volte cascano in acqua a metà e poi fanno dichiarazioni edificanti ai conduttori, sul significato della sfida e su quanto li ha sostenuti la mamma o sorella o fidanzata o i compagni di divisione speciale o chiunque sia lì a sudare e agitarsi facendo il tifo. Visto uno visti tutti, anche perché la forza di gravitazione, che è quello che li fa cadere, vale pari pari per il campione olimpico e per lo spazzino municipale con storia lacrimevole alle spalle messo lì perché un po’ di contenuto ci vuole, perfino a Ninja Israel.
Ma sto divagando: in realtà quello che si deve fare qui, lungo la tayelet zfonit, il lungomare largo e pulito, quasi finito di costruire al nord di Ashkelon, è girare bellamente le spalle alla schiera di villette improbabili e godersi il mare spettacolare. Da quando hanno iniziato a risistemare la zona, questi chilometri di passeggiata davanti al blu assoluto sono diventati luogo di piacevoli passeggiate nella brezza che, quasi incredibilmente, rinfresca anche le giornate più calde. E poi, cosa molto israeliana di per sé, tutto è ancora in evidentissimo divenire; per esempio l’accesso alla spiaggia, che si trova qualche decina di metri sotto: è al momento nella forma di calate a mare scavate a ciabattate dai bagnanti, e non ancora istituzionalizzate con veri sentieri o chissà, un giorno magari perfino stradine.
Di recente sono spuntati dei food truck, ovvero camioncini che smerciano cibo di qualità probabilmente non eccelsa ma di prezzo sicuramente stellare. Un giorno o l’altro qualcuno farà presente all’amministrazione che su tre o quattro chilometri di passeggiata forse sarebbe anche il caso di mettere eventualmente qualche bagno, ma non mettiamo fretta alla programmazione. Come sempre, in questo paese di persone che fanno, intanto si comincia a costruire, e poi, solo dopo, ci si adatta alla realtà, o come in questo caso, alle necessità basilari di noi umani. O forse semplicemente l’amministrazione cittadina vuole che si vadano a visitare di persona le villette eclettiche, almeno per chiedere di usare il bagno.

Daniela Fubini

(18 luglio 2022)