“Vel d’Hiv, Francia responsabile
davanti alla Storia”

Le massime istituzioni del Paese accanto agli ebrei francesi nell’occasione degli 80 anni dal rastrellamento del Velodrome d’Hiver. Acclarate e incontestabili, è stato evidenziato in più di una iniziativa, le responsabilità da parte delle forze di polizia locali che si prestarono a quel compito. Responsabilità evidenti ma negate per decenni. Fin quando almeno a metà anni Novanta a promuovere una svolta fu l’allora Presidente della Repubblica Jacques Chirac. “La Francia, patria dell’illuminismo e dei diritti umani, terra di accoglienza e di asilo, la Francia, quel giorno, compì l’irreparabile. Mancando alla sua parola, consegnò dei suoi cittadini ai loro carnefici”, l’ammissione del Capo dello Stato nel 53esimo anniversario della retata. Uno scatto di consapevolezza rispetto al quale non si è più tornati indietro. “Lo Stato francese ha deliberatamente mancato a tutti i doveri della patria dell’illuminismo e dei diritti umani” ha ribadito ieri Emmanuel Macron. L’attuale inquilino dell’Eliseo, intervenendo all’inaugurazione di un nuovo spazio di Memoria in una stazione dalla quale partirono diversi convogli diretti ai lager nazisti, si è anche scagliato contro i fautori di alcune teorie care all’estrema destra secondo le quali i criminali a capo della Francia collaborazionista volessero in realtà salvare gli ebrei dai loro aguzzini e ribadito il proprio impegno contro l’antisemitismo. Una giornata significativa anche per Élisabeth Borne, neo prima ministra di Francia e figlia di un sopravvissuto alla Shoah di origine polacca che fu deportato ad Auschwitz insieme al padre e a due fratelli (dei quattro fu l’unico a tornare). “Ottanta anni fa – il suo messaggio – 13mila innocenti, perché ebrei, furono consegnati alla barbarie nella promiscuità e nell’angoscia del Vélodrome d’Hiver. Lo Stato francese ha una responsabilità davanti alla Storia”. Secondo Borne “in quei giorni di luglio la Francia ha perso un po’ della sua anima”.

(Élisabeth Borne, primo ministro di Francia e figlia di un sopravvissuto alla Shoah, depone una corona in ricordo delle vittime del rastrellamento)