La crisi dimenticata
“Fragranti pini, pini odorosi, / il loro profumo è sano e possente / e chi torna dalla loro solitudine / qui non è più sofferente. Perché in questa landa pietrosa / tutto è bello e reale, / essere, vivere, lottare / e sentirsi sano e gioviale. Pini, amici fragranti, forti, / del Carso sperduto compagni silenti, / dalla mia solitudine io vi saluto, / colmi di gravi, malinconici incanti!”
Questa poesia del poeta carsolino Srečko Kosovel – tradotto qui dallo sloveno da Michele Obit – si chiama “Pesem s Krasa” (Canto carsico). Mentre gli incendi dei giorni precedenti hanno devastato anche una porzione di Carso, nell’area intorno Doberdò del Lago/Doberdob sopra Monfalcone, questi versi sono un’immagine dei suddetti luoghi, i quali se non preservati, rischiamo di perdere. Nei suoi testi Kosovel si confonde spesso con il proprio intimo nel paesaggio circostante, il Carso appunto, e nei suoi ritmi, sino a fondersi con esso. Al contrario secondo il poeta la civiltà moderna non farebbe altro che allontanarci dalla natura, sino a perderla di vista.
Durante la crisi di governo attuale si dimentica quella crisi che dura ormai da decenni che è quella ambientale. Per quanto possa essere in parte vano, l’augurio è che la questione ambientale e climatica sia una delle questioni principali dell’imminente campagna elettorale. La coincidenza che queste elezioni siano state programmate per la vigilia di Rosh haShanà potrebbe essere addirittura un buon siman. Sempre meglio cercare di essere, sin quando è possibile, ottimisti.
Francesco Moises Bassano
(22 luglio 2022)