Le indagini del commissario Laurenti

Veit Heinichen è nato nel 1957 a Villingen-Schwenningen, nel Land tedesco del Baden-Württemberg, vicino ai confini con la Francia e la Svizzera. Dopo studi di economia a Stoccarda, lavora nella direzione generale della Daimler-Benz. Poi diventa libraio e quindi lavora in diverse case editrici indipendenti prima a Zurigo e a Francoforte. Nel 1994 è cofondatore a Berlino dell’editrice Berlin Verlag, che dirige per cinque anni. Nel 1997 si trasferisce a Trieste, dov’era arrivato la prima volta poco più che ventenne restandone incantato. I suoi romanzi noir hanno come protagonista il commissario Proteo Laurenti, un cinquantenne flemmatico e testardo, salernitano d’origine e triestino d’adozione come il suo autore, ormai giunto alla sua undicesima indagine. A differenza di tanti poliziotti e investigatori che popolano il mondo dei noir e dei gialli, Laurenti non ha tragedie alle spalle. Anzi, è felicemente sposato e le sue preoccupazioni riguardo i figli sono relativamente poco romanzesche – un pugno di amicizie discutibili, una figlia che aspira al titolo di Miss Italia, un matrimonio inaspettato. È una normalità accanto a cui le trame criminali che si svolgono dietro le austere facciate di banche, assicurazioni e spedizionari risultano ancora più cupe e violente. Fra i suoi libri, tutti editi in Italia da e/o, I morti del Carso (2003) che affronta il nodo delle foibe e da cui in Germania è stato tratto un film per la tv, Morte in lista d’attesa (2004) in cui un delitto ha luogo durante il vertice tra il cancelliere tedesco e Berlusconi, Le lunghe ombre della morte (2006) che trae spunto dal caso del collezionista triestino Diego De Henriquez, morto in circostanze oscure nel rogo del suo magazzino e Danza macabra (2008) in cui l’indagine s’inoltra nel business fiorente della spazzatura.