L’Italia e i pericoli del sovranismo
IIl rischio di una deriva sovranista che possa nuocere al Paese continua ad agitare la campagna elettorale. “Il futuro è l’Italia. Ed è tetro”, la sintesi del New York Times in un articolo su cui si discute ormai da giorni. Tra le preoccupazioni esplicitate il fatto che a prendere il controllo della destra siano oggi figure “che si considerano esplicitamente eredi della tradizione fascista”.
“Vecchia storia questa del ‘pericolo nero alle porte’, smentita dai fatti. Noi siamo europeisti, atlantisti e vicini a Israele, pur rivendicando un ruolo più centrale per Roma e dichiarando di voler essere alleati affidabili delle forze occidentali, ma mai servi” la reazione stizzita di Fabio Rampelli, uno dei fedelissimi di Giorgia Meloni, in una intervista con Repubblica. Rampelli sostiene che “la generazione che ha fondato Fratelli d’Italia” abbia scavato “un solco invalicabile tra la destra e l’estremismo, compresa ogni forma di nostalgismo”. Anche Ignazio La Russa (Corriere) accusa: contro FdI, a suo dire, vi sarebbe “un antifascismo strumentale”. La scrittrice Michela Marzano, sulla Stampa, attacca l’orizzonte valoriale della destra: “Se il nostro Paese si fonda sui valori costituzionali della dignità, dell’uguaglianza, della libertà e del lavoro, è a questi valori che ci si dovrebbe sempre richiamare per smetterla di umiliare le persone e costruire davvero, come scrive il filosofo ebreo Avishai Margalit, una società decente”. Destra italiana che, si riporta in un’altra analisi, “ha sempre corteggiato” un leader autocrate come Orban. È concreta quindi la possibilità che, con una vittoria di quello schieramento, l’Italia finisca di nuovo “sul fronte anti-Ue”.
Altri opinionisti parlano di Meloni e della sua classe dirigente. Per Ernesto Galli della Loggia (Corriere) “considerare fascisti lei e il suo partito, pronti cioè a usare la violenza contro la sinistra e decisi a limitare le nostre libertà, appare alquanto inverosimile”. La pensa allo stesso modo Pierluigi Battista, intervistato dal Giornale. Il giornalista invita comunque la Meloni a prendere una posizione più netta. “Il tanto bistrattato Fini – ricorda – andò ad Auschwitz, alle Fosse Ardeatine, allo Yad Vashem”. Per Claudio Cerasa, direttore del Foglio, “il sogno di vedere una destra capace di trasformare il suo rapporto con Draghi in un’occasione per allontanare il suo istinto populista è un sogno tramontato”. Contro le preoccupazioni riportate dal Nyt e da altri organi di informazione insorgono tutti i giornali di destra. “Torna la caccia al fascismo immaginario”, titola La Verità. Questo invece Il Tempo: “La sinistra agita lo spettro fascismo”.
Sui crimini russi in Ucraina è essenziale che parta al più presto una indagine internazionale. È l’auspicio di Marco De Paolis, procuratore generale militare alla corte d’appello di Roma. Secondo il magistrato, intervistato da Repubblica, la Corte Penale Internazionale attivatasi in tal senso “avrebbe maggiore credibilità se tra i firmatari ci fossero quelle potenze che non la riconoscono: Stati Uniti, Russia, Cina, India, Israele, Turchia, Egitto e la stessa Ucraina”.
Sulla Stampa si parla di gas e geopolitica. “Sotto il mare di Egitto, Israele e Cipro si trovano giacimenti con almeno 3.500 miliardi di metri cubi ed è in progetto un grande metanodotto sottomarino per portare questo gas in Italia e da qui nel resto d’Europa” ricorda l’economista Alberto Clò. Attraverso questa iniziativa l’Italia “diventerebbe il grande hub meridionale del continente”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(25 luglio 2022)