Segnalibro – Il bacio di Giuda

Giuda Iscariota è da quasi due millenni oggetto di riprovazione e di odio, la sua persona è divenuta il simbolo stesso del tradimento e della perfidia. L’accumulo di elementi negativi disseminati nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli si è accresciuto enormemente nel corso dei secoli attraverso i commenti e le rappresentazioni artistiche. In una chiave ermeneutica segnata da una crescente demonizzazione, egli è stato visto come il rappresentante per eccellenza del popolo giudaico.
Il nostro studio è partito da un dato filologico: il verbo paradidomi non solo nei testi neotestamentari, ma anche in altri scrittori antichi, non significa mai tradire, ma sempre soltanto consegnare e così viene tradotto tutte le volte che compare nel Nuovo Testamento quando non si riferisce a Yehudah. Il significato del verbo paradidomi è ben noto a traduttori e studiosi, i quali però, trascinati dalla forza della tradizione, sono pronti a dimenticarlo ben presto, senza trarne le dovute conseguenze: se Yehudah non ha tradito Yeshua, ma lo ha consegnato, allora i trenta denari non sono la ricompensa del tradimento, il bacio non è il bacio del traditore, il suicidio non è la conseguenza del rimorso per il tradimento e così via.
Dobbiamo dunque chiederci: cosa si proponeva di ottenere Yehudah consegnando Yeshua ai sacerdoti? Se il suo scopo fosse stato quello di far morire Yeshua, arricchendosi con i frutti del proprio tradimento, per quale motivo proprio nel momento in cui il suo piano si stava realizzando, egli avrebbe dovuto invece essere sconvolto fino al punto di darsi la morte?
Poiché i re di Yehudah venivano consacrati dai sacerdoti nel Tempio, noi pensiamo di poter avanzare l’ipotesi che l’intenzione di Yehudah possa essere stata proprio quella di far consacrare Yeshua in modo regolare da coloro che realmente avevano l’autorità di farlo.
Infatti non era sufficiente che i discepoli o le folle riconoscessero Yeshua come Messia: era necessario passare attraverso una regolare unzione eseguita dal gran sacerdote nel Tempio. I sacerdoti tuttavia temono la reazione dei Romani e consegnano Yeshua a Pilato. A questo punto Yehudah comprende che la conseguenza sarà la morte e disperato si uccide.
Quella notte era giunta l’ora decisiva, il momento per il quale da anni si erano preparati e che era diventato la ragione della loro vita. Lo sapessero o no, per il maestro e il discepolo era giunto l’ultimo giorno: Yeshua di Bet-Leḥem e Yehudah di Qeriyot, gli unici due Giudei del gruppo, avrebbero lasciato questo mondo a poche ore di distanza l’uno dall’altro.
Una serie di elementi fortemente negativi e diffamatori sono stati riversati sulla figura storica di Yehudah sin dalle più antiche rielaborazioni dei testi neotestamentari, a partire dal momento in cui si sono diversificate le strade tra ebraismo e cristianesimo e posizioni fortemente antigiudaiche hanno cominciato a diffondersi.
Giuda è stato il personaggio su cui si sono condensate tutte le accuse e le infamie attribuite ai Giudei. Egli svolge un ruolo centrale all’interno della storia dell’antigiudaismo diventando l’eponimo e l’archetipo dei Giudei.
Nella Leggenda aurea (1265) del domenicano Jacopo da Varagine, Giuda è diventato un parricida, un fratricida, un incestuoso e un ladro. Dante colloca Giuda nella quarta zona del Cocito, la Giudecca: egli è dilaniato di denti di Lucifero nella sua bocca centrale, mentre nelle due bocche laterali si trovano Cassio e Bruto (Inferno, XXXIV, 61-63). Secondo Francisco de Quevedo, Giuda era un eunuco, un castrato e un perverso.
Nella Francia della Terza Repubblica i dreyfusardi erano chiamati “la parata di Giuda” e il rigoroso ragionamento giuridico portava Maurice Barrès ad affermare: «Il fatto che Dreyfus sia un traditore lo si può dedurre dalla sua razza (che è quella di Giuda)». Nel giorno in cui il capitano venne degradato la folla gridava: «Morte agli ebrei! A morte il traditore! A morte Giuda!» e in una caricatura del tempo la didascalia diceva: «Chi è Dreyfus? È l’uomo che per trenta denari ha voluto rendere vedove tutte le donne di Francia, far piangere lacrime di sangue ai bambini e abbandonare i suoi compagni ai proiettili del nemico». Gli esempi potrebbero moltiplicarsi.

Marco Cassuto Morselli e Gabriella Maestri, Yehudah/Giuda. Il traditore fedele, Castelvecchi 2021