La star di Grease e il nonno Nobel

Mondo dello spettacolo in lutto per la scomparsa di Olivia Newton-John, indimenticabile volto di uno dei film più amati della storia del cinema: Grease. Quattro volte vincitrice dei Grammy Award, l’attrice e cantante britannica di nascita e australiana d’adozione era nipote di uno dei più grandi “cervelli” del Novecento: il fisico ebreo tedesco Max Born (1882-1970), vincitore nel ’54 del Nobel per la Fisica per le sue ricerche nel campo della meccanica quantistica. Amico di Albert Einstein e maestro tra gli altri di figure del calibro di Enrico Fermi e Julius Robert Oppenheimer, aveva lasciato la Germania con l’avvento del nazismo e da lì era riparato in Gran Bretagna, insegnando prima all’Università di Cambridge e poi a quella di Edimburgo. Ritiratosi dalla docenza, aveva scelto di tornare a vivere nel suo Paese d’origine.
“La fisica teorica fiorirà ovunque tu sarai — non c’è un altro Born nella Germania di oggi. La cosa migliore è seguire l’istinto senza pensarci su troppo a lungo”, gli aveva scritto Einstein in una lettera giovanile. Un carteggio, quello tra i due, dipanatosi nel corso di vari decenni e con molti lettori illustri. Tra gli altri Bertrand Russell, che ne scriverà in questi termini: “Entrambi gli uomini erano brillanti, umili e completamente privi di paura nelle loro prese di posizione pubbliche. In un’epoca di mediocrità e di pigmei morali le loro vite risplendono di intensa bellezza”. Una memoria cara anche alla nipote. “Mia madre era molto orgogliosa di questa sua radice ebraica. Ne parlava spesso” aveva raccontato Olivia Newton-John in una recente intervista con la televisione israeliana. “Curiosamente, varie mie amiche sono ebree”.