Mario Fiorentini (1918-2022)
“A lui dobbiamo la libertà”. Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri nel salutare Mario Fiorentini, il partigiano più decorato d’Italia, scomparso all’età di 103 anni. Quest’oggi, fino alle 19, i romani potranno rendergli omaggio alla camera ardente allestita in Campidoglio. I funerali sono invece previsti per la giornata di domani. Grande protagonista della Resistenza, nome di battaglia “Giovanni”, era stato alla guida del Gruppo di Azione Patriottica Antonio Gramsci e tra gli artefici dell’azione di via Rasella. Figlio di padre ebreo, ebbe entrambi i genitori arrestati nel rastrellamento del 16 ottobre. “Li vidi arrivare, riconobbi il verde marcio delle loro divise e feci in tempo a scappare attraverso i tetti e le terrazze. Però presero i miei genitori e li portarono via, con tutti gli altri rastrellati; poi mia madre inventò uno stratagemma e riuscirono a fuggire”, la sua testimonianza sulla razzia nazista allo storico Alessandro Portelli. In un certo senso, sosteneva Fiorentini, “via Rasella comincia il 16 ottobre, è una risposta anche alla retata e alla deportazione degli ebrei romani”. Fiorentini è stato insignito di tre medaglie d’argento al Valor Militare, di tre Croci al Merito di Guerra, una medaglia Donovan dell’Oss e di una medaglia della Special Force inglese.
Nella sua carriera è stato un importante matematico, professore ordinario di geometria superiore all’Università di Ferrara e docente anche al prestigioso Mit di Boston. Sia il suo ricordo di benedizione.