Ticketless – Lettera 22
Difficile trovare il titolo di una rivista. Nel Novecento predomina una metafora per così dire edilizia: nelle scelte grafiche si guardava al periodico di cultura come a una casa o a una comunità di fedeli. Il secolo si apre con “La Critica” di Benedetto Croce: la copertina color ocra rimandava ai mattoni con cui edificare la Nuova Italia. “Comunità” sarà il titolo della rivista (e casa editrice) di Adriano Olivetti. La lampada a olio di “Bilychnis” era stata scelta da una delle più belle riviste evangeliche: numero dopo numero, annata dopo annata, viveva per rischiarare le tenebre dell’ignoranza.
Sono pensieri che vengono in mente adesso leggendo un bel libro di Cristina Accornero dedicato alle riviste aziendali (“L’azienda Olivetti e la cultura. Tra responsabilità e creatività 1919-1992”, Donzelli). Come ognuno può constatare osservando la réclame qui a fianco riprodotta, il nome di Olivetti in caratteri ebraici nell’anno in cui nasce Israele appare in copertina di una delle principali riviste aziendali, (“Rivista Olivetti”). Nelle prime pagine del volume la Accornero prende spunto dall’esperienza comunitaria dei laici cenobi d’inizio Novecento con le loro copertine violaceo cardinalizie fatte circolare in piena tempesta modernista: riviste gestite spesso da brillanti imprenditori e novatori, dove trovavano asilo sacerdoti vitandi, vittime della campagna antimodernista, ebrei aperti al dialogo fra le esperienze religiose come Dante Lattes o Camillo Olivetti, babbo di Adriano. L’invenzione della calcolatrice Divisumma e della mitica Lettera 22 proviene da quella visione di una moderna “città dell’uomo” dove filosofi e piccoli industriali si trovavano a loro agio. Le biblioteche di fabbrica, la scuola e il tema della formazione faranno il resto. Leggevo il libro della Accornero mentre i giornali battevano la notizia della quattordicesima mensilità donata ai dipendenti dal proprietario delle Acque S. Anna, rarissimo esempio di sopravvivenza oserei dire miracolosa di quello che fu lo spirito d’impresa di Adriano Olivetti.
Alberto Cavaglion
(10 agosto 2022)