“Antifascismo valore da praticare,
la condanna del passato non basta”
Il contributo ebraico alla Liberazione dal nazifascismo tra i temi che più hanno contraddistinto la cerimonia tenutasi quest’oggi a Firenze nell’anniversario della riconquista cittadina della libertà, avvenuta l’11 agosto del 1944 con il concorso di forze diverse partecipi di un comune sforzo e destino. “La parte migliore della nostra società” il pensiero del presidente della Comunità ebraica Enrico Fink nel prendere la parola all’evento commemorativo organizzato dall’amministrazione comunale nell’arengario di Palazzo Vecchio. La casa di tutti i fiorentini. E soprattutto il luogo in cui, al suono della campana della Torre di Arnolfo, alle prime ore del mattino ebbe inizio l’insurrezione. Numerose le figure evocate da Fink. Tra le altre quella del rabbino Nathan Cassuto e di Matilde Cassin, che agirono in sinergia e con la protezione del clero locale. È il caso del cardinale Elia Dalla Costa, il cui nome è nella lista dei “Giusti tra le nazioni”. Un pensiero è andato anche ad Alberto Finzi, scomparso negli scorsi giorni, che fu partigiano nelle valli di Boves. Un non toscano la cui vicenda è un simbolo fulgido di quell’impegno. “Ricordare – ha poi specificato Fink – significa opporsi anche alle idee che stanno alla base del fascismo. Come l’esaltazione di un’identità che diventa fortino da difendere con le armi o, come diremmo oggi, con i respingimenti navali. Lo dico anche a chi si candida alla guida del Paese. L’antifascismo è un valore fondante e per praticarlo non basta prendere le distanze dalle leggi razziali”. A dare il benvenuto ai partecipanti il sindaco Dario Nardella. Nel menzionare i crimini del fascismo il primo cittadino si è soffermato anche “sull’infamia delle leggi razziali e sulla deportazione degli ebrei fiorentini”. Ferite ricordate oggi da un crescente numero di pietre d’inciampo incastonate nel tessuto urbano. Di recente alcune di esse sono state imbrattate e oltraggiate in modo abietto. Una vergogna, la sua riflessione, “che ci fa capire come ricordare sia un dovere morale e civico”.