Il Diario censurato
La notizia è di quelle che ti lasciano basita: un distretto scolastico del Texas, con migliaia di studenti, ha sospeso fino a esame e revisione (cioè censura) la distribuzione nelle scuole di una quarantina di libri come sospetti di pornografia. Fra loro, Il diario di Anna Frank in una versione israeliana a fumetti, e la Bibbia. Mi direte che Anna Frank è in buona compagnia. È vero, ma la voglia di ridere è poca. Nell’ultimo anno, oltre 1500 sono stati i libri vietati nelle scuole in alcuni Stati americani a guida conservatrice. In Florida, la stessa sorte hanno avuto ben cinquanta libri di matematica, accusati anche di veicolare contenuti politici. Ho difficoltà a immaginare quali. Se questo è l’andazzo, e se Trump vincerà le prossime elezioni, presto una parte degli Stati Uniti avrà poco da invidiare all’Iran o all’Afganistan. Una cosa che riguarda da vicino anche noi europei, ammesso che Putin non riesca a disgregare completamente l’Unione Europea dall’esterno o che i sostenitori di “Dio, patria e famiglia” non lo facciano dall’interno. Il bando sul delicatissimo Diario di Anna Frank, sospetto di pornografia, il libro dalla cui pubblicazione possiamo far iniziare la diffusione nel mondo della Memoria della Shoah, ci dimostra che gli ebrei non possono che essere, proprio perché non coincidono – almeno per una parte di loro – con il mondo che costoro vogliono costruire, uno degli obiettivi che questa controrivoluzione si trova davanti: prima la Memoria della Shoah, poi chissà i nostri diritti, e infine, non sappiamo ed è difficile fare previsioni, le nostre vite insieme a quelle di chi non rientra fino in fondo nell’ideologia nazionalista, sovranista, bianca e cristiana. Un cristianesimo ben diverso da quello di Roma, ma non da quello di Putin e dei suoi ex o attuali alleati.
Anna Foa, storica