“Ucraina lotta per tutto l’Occidente,
gli italiani ci restino vicini”
“L’Italia non si dimentichi dell’Ucraina”. È l’appello di Anastasia Vendrov, un’iscritta alla Comunità ebraica fiorentina d’origine ucraina protagonista di una serie di iniziative umanitarie che hanno portato conforto alla popolazione civile in molti modi. “Da qualche tempo, complice anche la campagna elettorale, l’attenzione mediatica si è un po’ spenta. E questo è un problema. Fa il gioco di Putin e dei suoi alleati. Mortifica la battaglia per la libertà di un popolo che si sente europeo”, la sua opinione. Il timore è che, più si andrà avanti in questa situazione senza apparente via d’uscita “e più questa rimozione sarà radicata”. Col rischio, sempre più evidente, che si perda di vista l’aspetto centrale della questione: “L’Ucraina non lotta soltanto per la propria sopravvivenza, ma anche per tutto l’Occidente. Qualcosa che non tutti sembrano aver capito fino in fondo”. Farmaci, cibo in scatola, prodotti per l’igiene personale. Dalla casa di Anastasia, nel Comune di Tavernuzze, sono partite innumerevoli spedizioni. Un lavoro di squadra che l’ha vista contornata da tanti amici e associazioni che hanno contribuito con generosità. “Oggi il conflitto si è trasformato in qualcosa di abbastanza diverso rispetto alla prima fase dell’emergenza. Con i negozi che hanno riaperto, questa modalità di sostegno è diventata infatti meno necessaria. Ma la voragine del dramma umanitario non ha fatto altro che ampliarsi: una situazione terribile”. Un tema, aggiunge Vendrov, che riguarda da vicino anche il nostro Paese: “In tanti hanno trovato rifugio e solidarietà anche da queste parti. Ma il loro sogno è tornare. Come biasimarli: l’Ucraina è la loro terra, in Ucraina vivevano felici e liberi. Solo che milioni di persone, provenienti in particolare dalle zone occupate, non potranno farlo. Sono in relazione con tanti profughi arrivati da scenari di crisi. Cerco il più possibile di assisterli. Ma non è semplice. È un dramma enorme, un dramma senza prospettiva”. La famiglia di Anastasia è molto legata alla comunità ebraica di Kiev. I suoi genitori furono tra i fondatori della scuola comunitaria nata nel 1990 dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Questo il suo pensiero sull’aggressione russa, già esplicitato a Pagine Ebraiche: “Putin è un uomo malato, un mostro. Bisogna che qualcuno lo fermi. È illusorio pensare che possa fermarsi all’Ucraina”.