Indipendenza ucraina
“Oggi il nostro Paese festeggia il giorno dell’indipendenza ed ora tutti possono vedere quanto il mondo dipenda dalla nostra indipendenza”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in riferimento alla festa nazionale ucraina e ai sei mesi passati dall’inizio dell’aggressione russa. Il giorno di Festa, senza celebrazioni per paura di attacchi russi, è stato segnato da una nuova strage: tre missili sparati dall’esercito di Mosca hanno centrato un treno passeggeri fermo vicino alla stazione di Chaplyne e alcune abitazioni vicine. Ventidue le vittime dell’attacco, racconta Repubblica, tra cui un bambino di 11 anni. La guerra dunque, scrive il Corriere, continua nell’assenza “praticamente totale di mediazioni diplomatiche, o contatti dietro le quinte tra Mosca e Kiev, fanno ritenere che per ora prevalga il duro linguaggio delle armi. All’Onu non si è neppure ancora riusciti a mettere d’accordo le due parti per garantire il tour di una commissione internazionale alla centrale nucleare di Zaporizhzhia a rischio di bombardamenti”.
Putin cancella ogni opposizione. Intanto in Russia Putin completa la stretta contro i suoi oppositori e fa arrestare l’ex sindaco di Ekaterinburg, Evgenjj Rojzman, praticamente l’ultima voce pubblica contro il Cremlino che era ancora in libertà. L’accusa è di “aver screditato l’esercito russo”. “Mi accusano – ha dichiarato Rojzman ai giornalisti, prima di essere portato via – fondamentalmente di aver detto questa frase: ‘l’invasione dell’Ucraina’”. Repubblica ricorda che “da quando, a inizio marzo, è entrata in vigore la famigerata legge sulle ‘fake news’ che prevede fino a 15 anni di carcere per chi come Rojzman chiama per nome quello che accade in Ucraina, in tanti hanno lasciato il Paese. A resistere sono rimasti in pochi. E sono sempre meno”.
I negoziati con l’Iran. Sembrano avanzare gli sforzi per rilanciare il Jcpoa, l’accordo del 2015 tra le potenze mondiali e Iran sul nucleare. Si lavora attorno a una bozza partita dall’Ue, riguardata da Teheran e ora analizzata dagli Stati Uniti, che hanno fornito la loro risposta ieri. Su questa proseguirà il negoziato, su cui Israele mantiene le proprie riserve. “Israele non è contro ogni accordo, ma contro questo accordo perché è un cattivo accordo”, ha detto il Primo ministro israeliano Yair Lapid. Il Premier – come racconta Avvenire – ha spiegato che l’intesa finirà per consegnare all’Iran “cento di miliardi di dollari l’anno”, in seguito all’alleggerimento delle sanzioni. Soldi che “saranno usati per minare la stabilità del Medio Oriente e diffondere il terrorismo. Finanziando i Pasdaran, e rafforzando Hezbollah, Hamas e Jihad”. Per rassicurare gli alleati israeliani e del Medio Oriente, gli Stati Uniti sono intervenuti in Siria contro milizie filo iraniane, riporta il Foglio. “Era da un anno che gli Stati Uniti non conducevano operazioni del genere contro gli iraniani in Siria e se hanno deciso di farlo adesso è perché Biden ha tre messaggi da recapitare”, spiega il quotidiano. Il primo agli iraniani: “comunque vadano i negoziati sul nucleare, Washington non tollererà altre minacce contro i soldati americani”. Il secondo, si diceva, agli alleati per rassicurarli. Il terzo contro l’opposizione interna all’intesa, in particolare da parte repubblicana.
Italia al voto. “Invito tutti gli italiani ad andare a votare, chiunque verrà eletto saprà preservare lo spirito repubblicano che ha contraddistinto la nostra azione. Sono convinto che chiunque lo farà, perché il nostro è un grande Paese e gli italiani sanno reagire con coraggio e decisione ai momenti difficili”, è il messaggio del Presidente del Consiglio Mario Draghi a cui la maggior parte dei quotidiani dedica oggi la propria apertura. Una rassicurazione pronunciata nel corso del meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione. Il pubblico ha applaudito a lungo Draghi, scrivono i giornali. Nel suo discorso il capo del governo ha evidenziato come “isolazionismo e protezionismo non coincidono con i nostri interessi, l’Italia non è mai stata forte quando ha deciso di fare da sola, il nostro radicamento nella Ue coincide con la visione dei nostri padri e dei nostri nonni”.
Candidature. I quotidiani continuano a raccontare i profili dei candidati dai partiti. Repubblica si concentra su Fratelli d’Italia e sulla scelta della leader Meloni di candidare soprattutto “fedelissimi e pochi esterni”. Tra i nomi portati all’attenzione dei lettori, quello di “Tommaso Foti, in corsa in Emilia ama pubblicare post con le foto di Mussolini”. Libero torna sugli incontri avuti in passato dalla deputata Laura Boldrini – capolista al collegio proporzionale Camera ‘Toscana due’ per il Pd – con esponenti palestinesi. In particolare ricorda come l’ambasciata d’Israele a Roma abbia protestato per la sua scelta di ascoltare rappresentanti di due associazioni, Addameer e Al-Haq, che il ministero della Difesa israeliano aveva indicato come legate all’organizzazione terroristica “Fronte popolare per la liberazione della Palestina”. Rispetto al tema sinistra e Israele, La Stampa cita il caso di “Raffaele La Regina, uno che negava il diritto all’esistenza di Israele”. “Ha fatto un passo indietro e forse non basterà, se un big come Stefano Bonaccini lo definisce ‘incompatibile con la nostra comunità politica’”, scrive il quotidiano. Intervistato dal Quotidiano nazionale Piero Fassino, candidato nel collegio di Venezia al proporzionale, sostiene: “Se c’è un partito che si è sempre battuto contro l’antisemitismo, l’antisionismo e ogni forma di ostilità a Israele questo è il Partito democratico”.
Lombardia, candidati a confronto. La sfida per il seggio di Sesto San Giovanni ha attirato l’attenzione di molti perché a confrontarsi saranno per Fratelli d’Italia Isabella Rauti e per il Pd Emanuele Fiano. Secondo Furio Colombo (Repubblica) il risultato qui “ci darà un verdetto chiaro e definitivo (almeno per questo periodo della storia) dell’Italia che viene”. Di Rauti, Colombo ricorda come sia “figlia di un importante e attivissimo militante e leader fascista (Pino Rauti), moglie di un importante e attivissimo militante e leader fascista (Gianni Alemanno)”. La definisce “una persona ben preparata che si è sempre dedicata al fascismo, non tollera lo Ius soli, la cittadinanza italiana agli stranieri e i porti aperti per i naufraghi”. Dall’altra parte, Colombo ricorda invece come il candidato Pd sia figlio del sopravvissuto alla Shoah Nedo Fiano, partecipi attivamente alla vita della comunità ebraica di Milano, e si sia “sempre dedicato alla garanzia e alla protezione dei diritti umani e civili come vera impronta della sinistra”.
La strage di Monaco ’72. Con l’avvicinarsi del cinquantesimo anniversario della strage delle Olimpiadi di Monaco 1972, diversi quotidiani italiani in queste settimane hanno dato voce alla testimonianza dell’ex marciatore Shaul Ladany, tra i pochi della delegazione israeliana a sfuggire ai terroristi palestinesi. Oggi a pubblicare i ricordi di Ladany, sopravvissuto anche alla Shoah, è il Messaggero. Secondo lui allora furono commessi diversi errori da parte tedesca. “Innanzitutto, la strage forse poteva essere evitata. Si perché la polizia avrebbe dovuto attuare misure di sicurezza più efficaci, alla luce del fatto che gli israeliani erano già stati presi di mira in precedenza dai terroristi”. “Secondo errore: alla cerimonia di chiusura, non solo non c’era nessuno di noi, ma nessuno ha sfilato con la bandiera israeliana. Alla fine, i terroristi avevano ottenuto ciò che volevano: ovvero farci scomparire dalla scena internazionale”.
Daniel Reichel