Perdono e redenzione
“Banim attem l’A’ Elokekhem – Siete figli per il Signore vostro D-o” (Devarìm 14;1).
Nella nostra parashà troviamo moltissimi accenni alla Terra di Israele e alle condizioni di vita da tenere per poterla abitare lunghi anni. Moshè con tanta nostalgia parla al popolo, descrivendogli le peculiarità di Eretz Israel: un Paese diverso dagli altri; un Paese dove regna una santità diversa, a causa della costante presenza divina che veglia sulla terra e sulla salute dei suoi abitanti.
Per questo motivo anche i suoi abitanti hanno l’obbligo di mantenere una disciplina estremamente diversa rispetto alle altre popolazioni che vivono in altri Paesi: il rispetto per l’orfano, la vedova e il povero.
“Se qualcuno ti porge la mano per chiederti aiuto, non indagare, non ritrarre la tua e non cercare qualche spicciolo da dare a lui, ma apri bene la tua mano e aiutalo in modo valido e dignitoso, in modo che anch’egli possa sentirsi nella tua stessa condizione sociale”. (Devarìm 15; 7-8)
Il concetto di tzedakà, parola che vuole dire “atto di giustizia”, non esprime l’elemosina di altre tradizioni, ma vuole piuttosto esprimere l’atto di fare, nei confronti di chi non ha le possibilità, un’opera di giustizia, facendolo sentire alla stessa tua stregua. Il dare, l’aiutare – anche con un consiglio – chi ne ha bisogno, rientra nella condizione di tzedaqà. Il mese di Elul, che inizierà da questa sera, deve essere vissuto tutto allo stesso modo: all’insegna del buon comportamento verso il prossimo e verso D-o.
Il mese di Elul è chiamato chodesh ha selichot ve ha rachamim – il mese delle selichot (dall’inizio del mese, fino alla vigilia di Yom Kippur, ci si alza prima che sorga il sole per recitare una serie di preghiere penitenziali e di richieste a D-o) e della misericordia, in quanto si suppone che, in questo mese, il Signore sia particolarmente disposto ad ascoltare gli uomini e a concedere loro il perdono, prima dell’inizio del nuovo anno. Possa da questo mese di Elul giungere il perdono completo delle nostre azioni, facendoci gioire di una gheullà shelemà – redenzione completa.
Rav Alberto Sermoneta
(26 agosto 2022)