Dall’Ucraina all’Iran, timori nucleari
La missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) potrebbe arrivare già domani per ispezionare la centrale nucleare di Zaporizhzhia, controllata dai soldati russi fin dall’inizio di marzo, in quella che viene considerata la missione più importante della sua storia, racconta oggi Repubblica. “C’è da verificare la sicurezza della più grande centrale atomica d’Europa, 6 reattori a 5 km dalla linea del fronte in un’area che ogni giorno è bombardata. – ricorda il quotidiano – La situazione è così incerta che persino la Cina, che di solito non interviene sul conflitto, ha chiesto alla Russia di risolvere la crisi”. Della delegazione dovrebbe far parte anche il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, impegnato anche su un altro fronte molto delicato: l’accordo sul nucleare iraniano. Grossi, riporta in una breve Avvenire, ha dichiarato nelle scorse ore che “le parti siano più vicine che mai” a raggiungere un’intesa, che il governo israeliano ha fortemente criticato. “Penso che questa sia un’opportunità che ci darà anche il livello di accesso e di verifica necessario data la portata, l’ambizione e la dimensione del programma nucleare iraniano”, la posizione di Grossi.
L’Italia astenuta. Secondo i sondaggi uno degli elementi centrali delle prossime elezioni sarà l’astensione. Circa il 35 per cento degli elettori potrebbe disertare i seggi. Dimostrazione, spiega Repubblica, della grande disillusione dell’elettorato italiano rispetto alle proposte delle sua politica. Nel frattempo la campagna elettorale avanza: Meloni continua a spingere sul presidenzialismo (Repubblica, in un ampio approfondimento sui progetti della leader di Fratelli d’Italia, scrive di “cantiere sovranista”), ma si parla anche delle influenze russe sui partiti italiani e della proposta di Salvini di reintrodurre la leva obbligatoria (un anno) per i giovani. Viene citato a riguardo l’esempio israeliano, in particolare sulla gestione dei riservisti. La Stampa evidenzia come “nei sondaggi l’idea piace alla maggioranza, ma oltre il 70% dei giovani dice no”. Il Corriere invece dà voce a Conte, che in un’ampia intervista dice la sua sul tema Fratelli d’Italia e conti con il passato. “Io credo che la destra debba essere sconfitta sulle proposte e non agitando lo spauracchio di una nuova Marcia su Roma”.
Virata turca. Negli ultimi mesi, complice un economia nazionale in profonda crisi, il presidente turco Erdogan ha lavorato per modificare diverse sue politiche estere. Ankara si è ad esempio esposta con maggiore chiarezza a favore dell’Ucraina, criticando la Russia. Poi ha recentemente ricucito con Gerusalemme, anche perché, scrive Avvenire, le tensioni con Israele si erano ritorte contro la stessa Turchia. “Non solo l’Egitto di al-Sisi, anche i Paesi del Golfo hanno raffreddato i loro rapporti con la Mezzaluna, in favore di Israele. – spiega il quotidiano – Tempo di rimediare alla situazione, ricucendo con lo Stato ebraico e rientrando in un sistema di relazioni mediorientale logorato da tempo. Il riposizionamento, però, non convince né l’Egitto, con cui Ankara ha messo in piedi una competizione per diventare player regionale, né la Grecia, che è appoggiata dalla Francia e che teme le mire espansionistiche nel Mediterraneo”.
Monaco 1972-2022. Prosegue l’attenzione dei quotidiani per il cinquantesimo anniversario della strage alle Olimpiadi di Monaco ’72. Gazzetta dello Sport ricorda gli avvenimenti tra la notte del 4 e 5 settembre in un’ampia ricostruzione dell’attentato terroristico palestinese alla delegazione israeliana e allo stesso tempo intervista uno dei sopravvissuti di quell’attacco, l’ex marciatore Shaul Ladany. Questi afferma che il prossimo 5 settembre parteciperà alle commemorazioni a Monaco, dove al momento non sembra saranno presenti le famiglie delle vittime. Anche il Corriere Lettura parla di Monaco, ma oltre a ricostruire gli avvenimenti del ’72 ed evidenziare gli errori tedeschi nell’azione contro i terroristi, presenta anche una nuova serie che trae ispirazione da quegli eventi: “Munich Game” (il 30 settembre debutta in Italia su Sky e in streaming su Now). Ideata dall’israeliana Michal Aviram, già sceneggiatrice della serie Fauda, la serie racconta di una partita di calcio organizzata il 5 settembre a Monaco tra una squadra bavarese e una di Tel Aviv “per mostrare l’alleanza tra i due Paesi”. Ma un uomo mette una bomba allo stadio. “La strage fu un trauma per la società israeliana ma anche per quella tedesca, per il modo in cui si comportò la polizia, un aspetto che trattiamo in Munich Game, dove vediamo le conseguenze di quel trauma dopo decenni. Niente di fuori dalla realtà, dove quella storia non è ancora chiusa”, racconta al Corriere Aviram, intervistata assieme al co-sceneggiatore Martin Behnke.
Minaccia terroristica. “Sono sicuro che Al Qaida sta pianificando un grande attacco in Occidente per vendicare il sangue di Osama bin Laden e di Ayman Al Zawahiri (ucciso da un drone Usa il 31 luglio a Kabul, nda). E se accadrà dieci o venti anni dopo per loro non ha importanza. Quello che conta è mettere a segno un’azione clamorosa con un impatto globale. Nell’immigrazione di centinaia di migliaia di afghani negli Stati Uniti e nei paesi europei ci sono infiltrati dei talebani e di Al Qaida”. È quanto sostiene l’ex generale dei corpi speciali afghani Fanid Ahmadi, intervistato dal Giornale. Oggi esule in Germania, Ahmadi afferma che i gruppi terroristici si stanno riorganizzando, usando come base l’Afghanistan, dove si moltiplicano i campi di addestramento.
Finta Rothchild. L’Fbi sta indagando su Inna Yashchshyn, trentatreenne di origine ucraina, che è riuscita ad entrare a Mar-a-Lago e infiltrarsi nel circolo ristretto di Donald Trump, fingendosi un’ereditiera della dinastia Rothschild. “La domanda è se si tratta di una frode o di una minaccia di intelligence — dice alla Gazette l’ex agente dei servizi segreti Charles Marino — Il fatto che ci stiamo ponendo questa domanda è un problema” (Corriere).
I Netanyahu. Sarà presto ospite in Italia della Festa del Libro ebraico di Ferrara e di altre rassegne culturali, lo scrittore Joshua Cohen. Al Corriere Lettura Cohen parla del suo libro Premio Pulitzer I Netanyahu, dedicato in particolare alla figura di Benzion Netanyahu, padre del leader del Likud Benjamin. “Bibi lo ha reinventato come padre delle relazioni israelo-americane. – afferma Cohen – Ma nei file di Ben Gurion (primo premier di Israele, ndr) c’è una scena significativa: Benzion fa visita alla sua vecchia nemesi. “Posso essere la tua spia in America”, dice. Ben Gurion annota: ‘È pazzo’. Ho provato empatia per quest’uomo che voleva essere utile ma non poteva, che sosteneva la causa di uno Stato che non lo voleva”. Cohen, molto critico nei confronti del sionismo revisionista di Benzion Netanyahu, poi racconta che il volume è stato usato nel processo per diffamazione di Netanyahu contro Ehud Olmert. “Olmert ha detto che Bibi e la moglie sono clinicamente pa7.zi, Bibi lo ha denunciato. I legali di Olmert vogliono provare che non ha causato danni significativi alla reputazione di Bibi, dato che c’è chi ha detto cose peggiori, tipo Joshua Cohen nel suo libro… Lo hanno letto in aula. – racconta Cohen – L’unico commento di Bibi: ‘Mia madre parlava l’inglese perfettamente’. Io ero in tv ogni sera. Sono stato inseguito e minacciato in treno. Gridavano: boged, traditore. Ho pensato a Salman Rushdie. Ho avuto paura, ma per la prima volta mi sono sentito uno scrittore. Ho avuto paura, ma c’era una posta in gioco”.
Segnalibro. Sul Domenicale del Sole 24 Ore David Bidussa riflette su due libri: Prove di convivenza. L’Istituto della cittadinanza nell’ordinamento giuridico Israeliano di Enrico Campelli (Giuntina) e Terra contesa. Israele, Palestina e il peso della storia di Lorenzo Kamel (Carocci).
Daniel Reichel