Oltremare – Sottotitoli
Non ho una memoria precisa del momento in cui ho iniziato a provare fastidio fisico guardando un film o programma televisivo con il doppiaggio, ma deve essere stato più o meno quando il mio inglese ha iniziato ad essere sufficientente utilizzibile per lo meno in modo passivo, perciò direi verso l’inizio del liceo. Quindi ne son passati di anni, ecco, non proprio un paio. E per mia fortuna (ma anche per scelta) negli ultimi vent’anni ho quasi sempre vissuto in luoghi in cui il doppiaggio non ha corso legale. Grande liberazione, e piacere immenso, oltre alla velocizzazione nell’apprendimento di qualunque lingua. Ma in parallelo all’abolizione dei doppiaggi (che distorcono voci e recitazione, e a volte modificano toni e perfino ambientazioni) è diventato fondamentale il sottotitolo in una lingua a me comprensibile e leggibile alla stessa velocità del parlato. E qui, si diceva una volta, casca l’asino. Cioè io, nello specifico. Perché con tutto che ormai si moltiplicano i canali attraverso i quali raggiungere i contenuti che più ci interessano, fra Netflix e YouTube solo per stare nei canali di base, resta il fatto che anche la tv via cavo o digitale o quello che è, i sottotitoli sono preziosissimi anche quando non si guarda una serie coreana o danese, ma semplicemente si tiene il volume basso per non disturbare altri componenti della famiglia che stanno facendo altro. Quindi mi domando, ma perché certi provider non provvedono, appunto, una molteplicità di lingue nei sottotitoli, e devo applicare tutti i pochissimi neuroni ancora funzionanti nel dopocena per seguire le scritte in ebraico, facendo una fatica immane e spesse volte abbandonando il film o la serie dopo alcuni minuti di crescente nervosismo e conseguente lancio di innocente telecomando verso l’angolo più lontano del sofà?
Lo so, hai voluto la bicicletta (aliyah, paese nuovo, lingua nuova, e via dicendo), adesso pedala. Ma qui si pedala già a talmente tanti livelli, che almeno l’agio di poter selezionare la lingua che mi pare per leggere i sottotitoli senza faticare, mi farebbe davvero piacere. E se voglio fare esercizio di ebraico scritto (anche se pieno di errori grammaticali e di scrittura), apro le conversazioni di un gruppo a caso su whatsapp e via verso nuove frontiere della lingua ebraica scritta. Fonderò il partito per la pluralità dei sottotitoli. Tanto non si fa che votare, alla peggio mi trovo alla Knesset portata da un’onda di voti multilingue. Lieberman spostati!
Daniela Fubini
(29 agosto 2022)