Cultura yiddish, Merano in festa

“Più belle di Merano non ce ne sono” sosteneva Stefan Zweig, il grande scrittore viennese che nel suo libro più celebre e drammatico – Il mondo di ieri – avrebbe ripercorso gloria e dissoluzione dell’Europa davanti all’avanzata del nazifascismo. Ma quelli, per lui, erano ancora tempi di esplorazione. E nulla, nel suo vagare per le strade del continente, sembrava appagarlo più di quel panorama. Uno dei numerosi esponenti della migliore cultura del primo Novecento a frequentare la cittadina sulle rive del Passirio per soggiorni di ristoro sia fisico che mentale. Come Franz Kafka, tra gli altri, che vi giunse nella primavera del 1920. Dalla sua residenza, tormentata da una tubercolosi, che era anche il motivo per cui aveva lasciato Praga, sarebbero scaturite le famose lettere a Milena Jesenská. Le prime Kafka le scrisse alla pensione Ottoburg a Maia Bassa.
Due esempi di come Merano, senza scavare neanche troppo, sia stata e continui ad essere una realtà disseminata di memorie ebraiche intrecciate a quella Mitteleuropa di cui fu – per decenni, anche in virtù della sua rete di strutture termali d’eccellenza – una delle perle. Città d’incontri con un respiro orientato verso un ebraismo non solo viennese o praghese, ma anche più profondamente orientale: da Varsavia a Cracovia, fino ai territori mitici e tormentati della Galizia. Non è certo un caso che rabbini da tutto l’Est Europa giungano ancora oggi in pellegrinaggio per onorare la memoria di alcuni Maestri che hanno trovato sepoltura nel cimitero cittadino. Una tradizione che non sembra avere eguali nell’Italia ebraica.
Si riallaccia anche a queste suggestioni il “piccolo festival della cultura yiddish” organizzato dal 4 al 7 settembre prossimi dall’Accademia di Merano con la collaborazione, tra gli altri, della Comunità ebraica locale. Al centro, attraverso un itinerario fatto di concerti, incontri e workshop, le vibrazioni di un patrimonio inestinguibile di quel mondo: la musica klezmer. E in particolare quella sua capacità di andare subito al cuore, dentro all’anima, di chi ascolta.
“Sono ormai 25 anni che il klezmer fa parte dell’orizzonte culturale meranese. Un linguaggio musicale affine alla sensibilità e alle caratteristiche del territorio” dichiara Elisabetta Borenstein, la presidente della Comunità ebraica. “Una nostra proposta costante al pubblico, anche in occasione degli eventi proposti ogni anno per la Giornata Europea della Cultura Ebraica. È la prima volta, però, che organizziamo un festival vero e proprio. Una novità che ci auguriamo possa incontrare l’apprezzamento di Merano. Sono fiduciosa”.
Tra i protagonisti del “piccolo festival” l’attrice e regista Miriam Camerini. Ideatrice tra gli altri dello spettacolo Messia e rivoluzione in cui musica e parole vanno ad intrecciarsi “raccontando la nascita del Bund, il suo Giuramento, la Marcia dei disoccupati e una canzone che celebra la Rivoluzione d’Ottobre adattando un brano liturgico fino ad allora eseguito solo in sinagoga”. Tra gli artisti coinvolti nel festival anche Frijeda Haupt (Monaco), Esther Wratschko (Vienna), Angelo Baselli (Bologna) e Mark Kovnatskiy (Amburgo).