“Andare a scuola, una festa”

Il giorno tanto atteso da circa due milioni e mezzo di giovani israeliani è arrivato: in queste ore sono tornati tra i banchi di scuola con l’auspicio di non dover più affrontare le difficoltà della pandemia. “Il giorno di apertura dell’anno scolastico è una festa per studenti, genitori, insegnanti e tutta la società israeliana”, ha ricordato il Presidente d’Israele Isaac Herzog. “Nel prossimo anno accademico è importante lavorare per abbassare le barriere dentro di noi, per conoscere l’altro e il diverso, per mantenere una cultura della discussione rispettosa e dignitosa. – l’auspicio di Herzog – Studenti di Israele: vi auguro di acquisire conoscenze e abilità di vita, scienza e conoscenza”. 
L’apertura dell’anno scolastico israeliano è rimasta avvolta nell’incertezza per settimane. Il sindacato nazionale degli insegnanti aveva infatti minacciato uno sciopero nazionale. Il motivo, uno scontro con i ministeri delle Finanze e dell’Istruzione sulla richiesta di un miglioramento delle condizioni di lavoro del corpo docenti. Un’intesa è stata alla fine raggiunta con alcune condizioni migliorative delle retribuzioni e con l’introduzione – di cui si discute anche in Italia – di metodi per premiare i singoli insegnanti. “L’accordo è valido fino al 2026. – ha dichiarato il ministro delle Finanze uscente Avigdor Lieberman – In altre parole, non dovremo più chiederci ‘se l’anno scolastico inizierà o no’. Questa tranquillità permetterà anche al sistema educativo di concentrarsi sui contenuti piuttosto che discutere di stipendi”. E sul tema dei contenuti e della qualità le sfide sono molteplici.
In un recente studio dell’istituto di ricerca israeliano Shoresh, a cura dell’economista Dan Ben-David, si evidenziano alcuni campanelli d’allarme, richiamando dati già pubblicati in altre indagini. Per esempio, a preoccupare il fatto che il livello medio di conoscenza dei bambini israeliani in matematica, scienze e lettura, stando agli ultimi test Pisa, sia inferiore rispetto agli altri paesi Ocse. “Il divario educativo nell’istruzione primaria in Israele è molto più alto che in qualsiasi altro Paese sviluppato.- avverte Ben-David – Inoltre, la percentuale di alunni bocciati – quelli che non raggiungono il livello minimo di conoscenze stabilito dall’OCSE – in Israele è notevolmente più alta che in ogni altro Paese sviluppato, mentre la percentuale di alunni israeliani che eccellono è inferiore. Lo stato reale del sistema educativo israeliano è ancora più critico di quanto non indichino le statistiche formali, perché i risultati sopra citati non includono la maggior parte dei bambini haredi (ebrei ultraortodossi), che non studiano il materiale e non partecipano agli esami – un comportamento vietato altrove nel mondo”.