“A Torino, la chiusura di un cerchio”

Inizia un nuovo corso in questo Primo settembre per la Comunità ebraica di Torino. Rav Ariel Finzi da oggi è infatti ufficialmente il nuovo rabbino capo della città. “Da torinese è un ritorno, a ventiquattro anni di distanza, che mi rende orgoglioso e mi emoziona. E, non posso nasconderlo, mi intimorisce allo stesso tempo pensando ai grandi Maestri che mi hanno preceduto”, racconta a Pagine Ebraiche Finzi, che definisce questo suo ritorno a Torino come una “chiusura del cerchio. Qui sono andato alla scuola ebraica, qui ho conosciuto mia moglie.. e ora torno in veste di rabbino capo con la fortuna di ereditare una Comunità unita grazie al lavoro di rav Ariel Di Porto che mi ha preceduto”. Poi il pensiero a Napoli, di cui è stato rabbino capo e dove ha lavorato per sette anni. Lì, spiega, “mi sono sentito a casa e ho avuto la possibilità di scoprire come si può collaborare senza conflitti, confrontando idee diverse e a volte opposte”. In una lettera di commiato dalla Comunità ebraica partenopea, Finzi esprime tutta la sua gratitudine agli iscritti e alla dirigenza comunitaria. “Credo che grazie al lavoro di tutti noi, lascio una comunità diversa da come era quando arrivai sette anni fa: più unita e più consapevole delle proprie grandi capacità e forse con una strategia tracciata, che certamente verrà colta ed ampliata dal mio successore, Rav Cesare Moscati”.
Lo sguardo ora è rivolto al futuro e la priorità sono i giovani. “Non è solo una questione di coinvolgerli, ma di ricordare che saranno loro a prendere in mano le nostre comunità. Mi impegnerò quindi a stare loro vicino, senza imporre nulla, lasciando che siano loro a scegliere le modalità con cui partecipare. In generale, quello che mi preme è in ogni caso rafforzare il senso di comunità, l’idea che solo collaborando possiamo avere un futuro”.
Erano decenni che Torino non aveva un torinese nelle vesti di rabbino capo. “Sarà particolarmente emozionante tornare come insegnante nelle classi che frequentai dall’asilo alla terza media. – ha scritto il rav nel suo messaggio di saluto alla Comunità – Tornare negli uffici dove fui preparato al Bar Mitzwà da rav Luciano Caro e feci i primi anni di collegio rabbinico sotto la guida di rav Sergio Sierra, immaginando che da settembre i ragazzi della mia età di allora mi guarderanno come io guardavo i miei Maestri di quegli anni”.
Oltre ai giovani, tanti i temi che il nuovo rabbino capo vuole portare avanti. Dall’assistenza agli anziani, al rafforzare “la collaborazione con tutte le donne della nostra Comunità che, per tradizione, hanno sempre ricoperto un ruolo insostituibile”. Dall’impegno a riavvicinare chi si è allontanato all’impegno per “l’insegnamento della Torah, focalizzandosi anche sulla lingua ebraica come strumento di studio e di avvicinamento ad Israele”.