Ebraismo e complessità
Nelle ultime pagine di un celebre libro scritto insieme alla figlia Fania pochi anni prima della sua morte, Gli ebrei e le parole (2012), Amos Oz cerca di decostruire il termine ebraismo. Lo scrittore e la storica sostengono che “prima dell’età moderna il lessico dell’ebraico e dell’ebraismo non avesse una parola per chiamare la religione di per sé”. I due Oz ricordano che il termine “Judentum” – in tedesco per ebraismo – venne adottato per primo dai maskilim, dagli ebrei “illuministi” del XIX secolo, così da trovare una parola equivalente ai nomi di altre religioni, come il Cristianesimo e l’Islam. La parola “Judaism”, attestata in inglese già dal medioevo, così come “Jewry” e i diversi paralleli in altre lingue, erano usate perlopiù solo dai cristiani, spesso con accezione negativa.
Gli Oz scrivono che “in tutte le generazioni che procedono il XIX secolo, gli ebrei si sono definiti come ‘popolo di Israele’, ‘bne Israel’ o ‘am Israel’. Il loro impegno morale si chiamava Torah e mitzwot non yahadut. L’ebraico biblico non possiede una parola per ‘religione’ nel senso in cui la intendiamo oggi, per quanto vi siano invece un buon numero di termini che ruotano intorno al concetto di ‘legge’ come Hoq, Mishpat, Torah, Mitzwot, Musar, Din, Dat”.
Oz come ebreo laico afferma di “non voler liquidare la parola “ebraismo” ma solo cercare di smettere di usarla come termine onnicomprensivo per tutto ciò che è “ebraico”” poiché questa parola sarebbe troppo vuota per comprendere le storie, gli intrecci con le altre culture, e le identità degli ebrei. Il termine ebraismo nascerebbe quindi, su richiesta della moderna società occidentale, per eliminare una complessità, per far sì che “’am Israel” e la cultura religiosa o laica (o le tradizioni culturali) che ha prodotto possa essere uniformato e assimilato a una qualunque altra religione. Come ugualmente altri -ismi sono stati creati all’uopo in età moderna per definire sistemi di credenze, tradizioni religiose o società.
Per quanto la parola “ebraismo” possa sembrare in sostanza innocua, dovremmo forse pensare a quante volte questa al giorno d’oggi, invece di semplificare, generi spesso dei grossi equivoci o dia luogo a tesi confusionarie (se non propriamente ostili). Ma forse è proprio la semplificazione che è già di per sé un errore.
Francesco Moises Bassano