Ritorno e responsabilità
Questo ritorno a scuola sembra un po’ più ritorno degli altri. Non si torna – nelle intenzioni e nelle speranze – alla scuola di tre mesi fa ma a quella di tre anni fa: non più mascherine, non più distanziamento, non più intervalli a tutte le ore per facilitare il cambio d’aria, non più didattica a distanza o mista. Tutto come prima, come se fossimo tornati a quell’inizio dell’anno scolastico 2019-2020 che ci aveva visti rientrare dalle vacanze e fare tanti bei progetti per la primavera successiva senza immaginare neppure lontanamente quello che ci attendeva. Ma non torna mai tutto come prima, se non altro perché c’è il ricordo di quello che è successo, e c’è la consapevolezza che potrebbe succedere di nuovo. E sarebbe anche molto triste se tornassimo come prima senza aver ricavato nessun insegnamento da questi tre anni. Abbiamo imparato a essere più flessibili, soprattutto nei tempi, a non dare per scontato che tutto andrà esattamente come era stato programmato, a inventare soluzioni alternative. Ma, soprattutto, abbiamo imparato (o, almeno, dovremmo aver imparato) che andare a scuola con la febbre non è un gesto eroico né per gli insegnanti né per gli allievi, anche se in apparenza può creare vantaggi pratici (non dover cercare supplenti, non scombinare il calendario delle interrogazioni programmate, ecc.). Perché esiste certamente una responsabilità verso l’istituzione ma esiste ancora di più una responsabilità verso il prossimo che ci impone di non mettere in pericolo la sua salute. E in fin dei conti esiste anche una responsabilità verso noi stessi che ci impone di non danneggiare inutilmente la nostra salute. È incredibile quanto a lungo siano state ignorate queste regole, di elementare buonsenso prima ancora che di halakhah, e quanto a lungo la scuola abbia diseducato le persone alla responsabilità verso il prossimo e verso se stessi. Da questo punto di vista il ritorno al passato non è auspicabile, anzi, è da temere. Auguriamoci che i tempi dell’irresponsabilità incoraggiata e travestita da responsabilità siano tramontati per sempre.
Anna Segre