Zaporizhzhia, preoccupazione nucleare
La questione energia continua ad aprire le prime pagine dei quotidiani. Dal punto di vista interno, si parla delle valutazioni del governo italiano su quali interventi adottare per ridurre i consumi e sulle possibili misure economiche per contrastare gli effetti dell’aumento del prezzo del gas, con la Russia che continua a minacciare la chiusura totale dei rubinetti. Dal punto di vista internazionale, l’attenzione è per la missione degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, occupata dai russi. “Mi preoccupo e continuerò a essere preoccupato per l’impianto finché non avremo una situazione più stabile, più prevedibile. È ovvio che l’impianto e la sua integrità fisica siano stati violati più volte per caso e deliberatamente”, spiega ai giornalisti Rafael Grossi, direttore generale Aiea, dal sito ucraino. Il Corriere spiega che il “rischio che una bomba centri i reattori, i sistemi di raffreddamento o i depositi di materiali radioattivi resta, però la possibilità che avvenga una tragedia paragonabile a quella di Chernobyl nel 1986 è estremamente remota”. L’obiettivo delle Nazioni Unite sul medio termine, aggiunge Repubblica, “è demilitarizzare il sito, che gli invasori negli ultimi due mesi hanno trasformato in una guarnigione, e creare una bolla di sicurezza”.
Lapid-Zelensky al telefono. “Ho avuto la mia prima conversazione telefonica con il premier di Israele Yair Lapid. Conto sull’adesione del suo Paese alle sanzioni contro la Russia”: a dirlo su Twitter il presidente Zelensky (La Stampa).
Scuola e Memoria. Un gruppo di ex alunni ebrei, cacciati nel ’38 con l’entrata in vigore delle leggi razziste, tornerà idealmente sui banchi di scuola nel corso di un evento speciale loro dedicato. L’appuntamento è per la mattina del 5 settembre, il primo giorno del calendario scolastico per 31 studenti che hanno scelto di frequentare un periodo di studio nella Cittadella della Pace di Rondine. Avvenire dà oggi voce a uno dei protagonisti di questa iniziativa promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: Ugo Foà, classe 1928. “Mi rivedo in quest’aula piena di facce sconosciute, mentre firmo il registro dove, accanto al mio nome, c’era scritto “Di razza ebraica’”, il racconto di Foà. “A un certo punto mi sento chiamare: era la presidente della commissione d’esame che, vistomi seduto nei primi banchi, mi intimava di mettermi in fondo, lontano da tutti. Nessuno mi doveva vedere. Poi, la stessa insegnante, mi si avvicinò per sussurrami all’orecchio: ‘Coraggio, presto passerà’. Tre parole che mi hanno dato coraggio e ancora mi fanno commuovere, anche a distanza di tanto tempo”.
Politica e antisemitismo. “Da destra le minacce e le ingiurie sono molto più frequenti, ma sono gravi anche gli attacchi dei filo palestinesi. L’estrema destra sfocia nel negazionismo, mentre una frangia molto ridotta a sinistra nega il diritto all’esistenza di Israele”, la sintesi di Emanuele Fiano, candidato Pd, che a Repubblica racconta di ricevere “ogni giorno insulti antisemiti e minacce”. Tra gli ultimi episodi, le vergognose scritte a La Sapienza, ora cancellate. Nell’intervista Fiano dice che in caso di vittoria della destra non teme “una marcia su Roma con le camicie nere. Ma un progressivo sdoganamento di simbologie identitarie, come i saluti fascisti e le effigi del Duce o di Hitler, che già proliferano, purtroppo”. Sulla questione fascismo, sempre su Repubblica, interviene anche Michele Serra. “Per sollevare una volta per tutte la sinistra dalla fatica, effettivamente stucchevole, di segnalare che sono in circolazione parecchi nostalgici dei lager e delle leggi razziali, e di denunciare alla polizia postale gli eroici tastieristi che augurano lo sterminio ai figli e ai nipoti degli sterminati, – scrive Serra – avrei una proposta molto concreta da fare: se ne occupi finalmente la destra, dopotutto è un problema prima di tutto suo. Dicano il Salvini e la Meloni, meglio ancora i navigati fascistoni di lungo corso come La Russa, di non volere i voti dei nazisti”.
Populismo e demagogia. Sia Corriere della Sera sia Repubblica intervistano l’ex Segretario di Stato Usa Hillary Clinton a Venezia per il Festival del cinema. In uno dei passaggi con il Corriere, Clinton avverte di evitare di farsi irretire dai demagoghi. “II demagogo è colui che sa attirare l’attenzione con insulti e frasi scioccanti: gli elettori pensano che sia un uomo più autentico ma si tratta di pura performance”. L’esempio, afferma Clinton, è Putin in Russia. E aggiunge: “Molte persone che votano questi demagoghi pensano che il peggio succederà agli altri, ma poi vedono le cose avvicinarsi sempre di più e fa paura”. Un tema che su Repubblica è ripreso invece come avvertimento contro il populismo che “vuole che tu sia d’accordo con lui, non desidera che tu pensi liberamente. Non tollera il dissenso. Per questo il populismo degenera spesso a destra nel fascismo ed a sinistra nel totalitarismo”.
Segnalibro. Sul Fatto Quotidiano Gad Lerner recensisce Stupore, libro della scrittrice israeliana Zeruya Shalev, pubblicato in Italia da Feltrinelli. Il libro racconta la storia di due donne, Atara e Rachel, i legami famigliari, l’amore, il senso di colpa e la storia della fondazione di Israele. Per Lerner è un “ritratto innamorato e spietato” dello Stato ebraico.
Daniel Reichel