“Grazie a Primo Levi
ho capito il mio dolore”

Gli scritti di Primo Levi “mi aiutarono a capire il dolore che avevo subito”. Lo racconta, in una testimonianza sul Corriere, la senatrice a vita Liliana Segre. “Inviai una lettera a Primo Levi, la lettera di una ragazza sconosciuta, come in fondo sarei rimasta per lui tutta la vita. Lo feci – spiega – perché l’Alberto del quale parlava in Se questo è un uomo, il suo compagno di prigionia, il suo amico, mi ero illusa che potesse essere mio padre, che si chiamava anche lui Alberto e divenne cenere nel vento di Auschwitz”. Levi, prosegue, “è stato un testimone, e anche io ho parlato nelle scuole per circa trent’anni: è stato un dovere imprescindibile anche se dolorosissimo”. Su un punto, sottolinea, “ho sempre detto parole simili alle sue: non dimentico, non perdono, ma non odio”.
 
Giovanni D’Achiardi era il rettore dell’Università di Pisa al tempo della promulgazione delle leggi razziste e della conseguente espulsione di docenti e studenti ebrei. Molte anime della città si sono mobilitate affinché il suo nome sia tolto dalla toponomastica locale. Nelle prossime ore il sindaco Conti riceverà, in tal senso, le firme di una petizione volta a promuovere un cambio di denominazione. L’obiettivo dei proponenti è che la strada a lui intitolata prenda il nome del patologo Raffaello Menasci. Vittima del rastrellamento nazista del 16 ottobre a Roma, fu ucciso ad Auschwitz. Ne scrive Repubblica Firenze.
Nell’edizione di ieri si parlava invece dell’appuntamento in programma nella Cittadella di Pace di Rondine, dove otto ex studenti cacciati nel ’38 torneranno a sedersi sui banchi in occasione dell’avvio dell’anno scolastico. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’UCEI.

A Repubblica Torino il neo rabbino capo rav Ariel Finzi espone i suoi progetti. Al centro l’impegno per i giovani. “È una delle mie priorità”, afferma il rav. “Ma non è semplice. Non bisogna fare pressioni ma far sì che siano loro ad avvicinarsi. Devono pensare alla comunità come un luogo di incontro, devono sentirsi accolti”. Al riguardo, spiega, “ho parlato con loro per capire come possiamo aiutarli, organizzando giornate di studio, lezioni, perfino partite di calcio”.

Il Corriere Milano si sofferma su un’iniziativa al via nel Comune di Ostiano: un progetto di recupero dell’antica sinagoga. Un luogo, si legge, “che rappresenta uno dei segni della presenza ebraica in questo paese al confine tra le province di Cremona, Mantova e Brescia”.

“Questa terra è un mosaico di traumi. La Shoah, i rapporti coi palestinesi, gli attentati continui. Tutto ciò è dolore. Ma anche fonte di incredibile energia”.
È l’opinione della scrittrice israeliana Zeruya Shalev, tra le protagoniste del Festivaletteratura di Mantova, in una intervista con l’Espresso. Sul settimanale anche un intervento sui 50 anni della strage di Settembre Nero. Il giorno in cui, si evidenzia, una generazione “ha perduto l’innocenza”.

Adam Smulevich

(4 settembre 2022)