Ricordando Monaco ’72

Del massacro del 5-6 settembre 1972 a Monaco di Baviera, durante lo svolgimento della XX edizione delle Olimpiadi (26 agosto-11 settembre), a oggi sono rimaste soprattutto le scene e i sentimenti che ci ha consegnato «Munich» di Steven Spielberg. Restano ancora complessivamente sullo sfondo: la scena concreta di quelle 20 ore; il senso di indifferenza o di presunta autosufficienza del mondo dello sport (il massacro non motivò il comitato olimpico a sospendere lo svolgimento dei giochi, se non per poche ore perché la regola da non infrangere è «The Show must go on»); la discussione sul senso di una trattativa (ovvero la proposta di liberazione ostaggi/liberazione di detenuti politici, guerriglieri palestinesi ed esponenti della lotta armata dell’estremismo tedesco) che nei fatti non ci fu. È significativo che di quel precedente nessuno in Italia si sia ricordato cinque anni mezzo dopo, nel marzo 1978 (il riferimento è ai giorni del sequestro Moro). Le emozioni che dettano intransigenza giocano un ruolo rilevante in vicende legate alla vita di chi ci è prossimo. Pesano meno in altri casi. Significa che già allora avevamo problemi quando si tratta di discutere dove stiano le «questioni di principio» in relazione ai diritti umani condivisi.

David Bidussa, storico sociale delle idee

(4 settembre 2022)