Il 5 settembre a San Rossore
“Qui la firma della vergogna”

Come ogni 5 settembre, anche quest’anno Pisa ha ricordato la ferita delle leggi razziste a San Rossore: la tenuta nelle immediate vicinanze della città dove il re Vittorio Emanuele III, che amava soggiornarvi durante l’estate, appose la propria firma sui provvedimenti antisemiti istituiti dal fascismo.
Preceduta da una sosta davanti alla casa di Pardo Roques, qui assassinato nell’agosto del 1944, la cerimonia ha visto la partecipazione del sindaco Michele Conti, del presidente della Comunità ebraica pisana Maurizio Gabbrielli e di altri rappresentanti istituzionali. “È come se la storia, per un fortuito caso, ci avesse assegnato il compito e la responsabilità di fare più degli altri nell’assumere l’impegno di commemorare e nella lotta contro l’antisemitismo” ha esordito il sindaco, rinnovando la propria volontà di dare concretezza a questa sfida anche educativa. Neanche nel segreto dell’urna “nessun deputato ebbe la forza, il coraggio e la dignità di opporsi” ha quindi evidenziato Gabbrielli. Il culmine dell’abiezione, le sue parole, lo “si ebbe proprio qui a San Rossore, dove Vittorio Emanuele III firmò le famigerate leggi senza ritegno né vergogna, contribuendo alla tragedia che di li a poco si sarebbe consumata nei campi di sterminio”.
Proprio quest’oggi, a 84 anni esatti dal regio decreto da cui scaturì la persecuzione dei diritti premessa a quella delle vite, il sindaco ha ricevuto una raccolta firme siglata da vari cittadini che chiedono che il nome dell’allora rettore dell’Università, Giovanni D’Achiardi, sia cancellato dalla toponomastica locale. “Sappiamo che Giovanni D’Achiardi, professore di Mineralogia, venne nominato senatore, rettore, direttore della Scuola Normale Superiore e podestà della città. Nel 1938, come rettore, implementò la persecuzione degli ebrei in modo scrupoloso e diligente”, sottolineano i due promotori: Michele Battini dell’Università di Pisa, che è anche presidente del Comitato San Rossore 1938, e Michele Emdin della Scuola Superiore Sant’Anna. “Un’iniziativa importante”, commenta Gabbrielli nel manifestare il proprio apprezzamento. “E non solo per la Comunità, ma per tutta la città: se andasse in porto aiuterebbe infatti a rafforzare una consapevolezza storica necessaria”.