Oltremare – Cause perse
In quanto figlia di avvocato l’espressione “causa persa”, intesa come qualcosa che si prova a fare contro ogni logica e probabilità di successo, mi è cara. Forse anche in quanto ebrea e israeliana. Non è stato David Ben Gurion a dire che in Israele per essere realistici bisogna credere nei miracoli? E crediamoci allora, perché le cause perse, anche quelle di volume e portata storica un filo più piccola della fondazione dello Stato d’Israele, hanno per definizione un forte bisogno di miracoli. Anche piccoli, anche minuscoli. Per esempio, sarebbe bellissimo se per motivi inspiegabili le petizioni che girano online per convincere la Ryanair a non abolire la tratta Torino – Tel Aviv diventassero virali, raccogliessero nottetempo centinaia di migliaia di firme, e come conseguenza i voli venissero mantenuti o anche aumentati. Dico motivi inspiegabili perché in effetti non so poi quante migliaia di persone possano avere a cuore la questione. Per noi torinesi che viviamo in Israele quei voli sono una grande comodità, dopo decenni di dipendenza da Malpensa o in alternativa di scali in aeroporti internazionali europei, con perdita di ore preziose e a volte di prezioso bagaglio. Per gli israeliani che d’estate vanno a visitare i laghi del nord Italia e d’inverno vanno a sciare, anche. E aiuterebbe forse se il minuscolo aeroporto di Torino si lanciasse in un markering aggressivo per posizionarsi lui stesso proprio come punto di snodo dal quale si può raggiungere comodamente tutta l’Europa in un paio d’ore. In ebraico abbiamo l’espressione “Adesso siamo sulla cartina geografica!”, di derivazione sportiva ma usata in gni campo nel quale una entità qualsiasi ottiene la notorietà che merita. Invece niente, il solito understatement piemontese regna implacabile. Ma sognare non costa nulla, e in ogni caso sarà un sogno breve perché pare che quei pochi voli diretti saranno cancellati già a partire da novembre, quindi già in inverno potrebbe non esserci più il Tel Aviv – Torino. E chissà, magari davvero domattina ci sveglieremo con un movimento internazionale (o meglio israelo-piemontese) per il salvataggio della tratta che permette a chiunque di passare dalla calura assolata della tayelet di Tel Aviv al fresco dei gianduiotti sotto ai portici torinesi in pochissime ore. È tutta questione di marketing.
Daniela Fubini
(5 settembre 2022)