Proclami e fatti
No, proprio non ci sto. Non ci sto a pensare che il fascismo non sia più di moda e che una parte dell’attuale politica italiana non presenti il rischio di un ritorno di contenuti e stilemi fascisti. Non ci sto a non preoccuparmi e non ho nessuna sicurezza che il peggio non possa avvenire una seconda volta. E questo malgrado ci rassicurino illustri figure del mondo politico e del mondo culturale. Uno per tutti l’ex magistrato Carlo Nordio, candidato con Fratelli d’Italia e, forse, Ministro della Giustizia in pectore. Per Carlo Nordio, ‘Togliatti fu un grande realista, che con l’amnistia chiuse il discorso sui crimini del fascismo. Spero che a distanza di quasi ottant’anni – insiste Carlo Nordio – la petulante litania dell’antifascismo sia esaurita’ (Repubblica, 1 settembre).
L’antifascismo una ‘pesante litania’. E Togliatti, che impedì una seria e profonda autocritica della politica italiana e una severa condanna dei crimini perpetrati dai fascisti, Togliatti, un eroe! Ed è invece a causa del colpo di spugna di Togliatti che oggi si possono intitolare strade e monumenti in ricordo di gerarchi e criminali fascisti mai condannati.
In Italia, gli ebrei inviati alle camere a gas non hanno avuto giustizia dai tribunali, non l’hanno avuta dalla politica, non l’avranno così neppure dalla storia.
Come commentano purtroppo in modo molto convincente Federico Finchelstein e Andrea Mammone sul Domani del 4 settembre, il populismo di questi nostri giorni è un “approccio autoritario alla democrazia”, una “riformulazione del fascismo per riuscire a sopravvivere a un nuovo contesto non più dittatoriale”.
I caratteri di continuità con il regime fascista li si vede in modo trasparente in una politica dichiaratamente autarchica, in un nazionalismo estremo che sfocia nello sciovinismo. Risuonano ancora una volta i proclami per un ordine forte e per la difesa dei confini dai poveri disgraziati che arrivano coi barconi. Manco si trattasse di sottomarini nucleari russi. E preoccupano la volontà di cambiare la Costituzione e di sfasciare l’Europa, due realtà che garantiscono la difesa dei valori di democrazia.
Ci sarà ben poco spazio per la fiducia nel partito della Meloni o in quello di Salvini fino a che non si sentiranno forti e chiari i loro richiami al rispetto dell’altro, le loro condanne dei cori antisemiti negli stadi, delle nostalgie a braccio teso di Predappio.
Ci sarà poco spazio per la fiducia fino a che non rinunceranno ai loro legami con Orban, con Forza Nuova, con Casa Pound.
E ci sarà ben poco spazio per la fiducia fino a che il 25 Aprile non vedrà tutto l’arco costituzionale riunito nelle piazze a riconoscere il valore della Libertà riconquistata dopo l’immane disastro fascista della Seconda Guerra Mondiale.
La lotta al razzismo e all’antisemitismo non la si può sentire soltanto proclamare davanti a un monumento alla memoria o in prossimità di una tornata elettorale. La si vuol vedere realizzata in atto.
Dario Calimani
(6 settembre 2022)