La nostra terraferma
Ebreo ungherese allievo della Yeshivà di Pressburg (oggi Bratislava, Slovacchia), Benzion Moskovitsh studiò musica a Vienna intraprendendo altresì il mestiere di orafo; nel 1938 riparò ad Anversa con la moglie e i figli, nel 1939 divenne hazan della sinagoga Benei Teman di Amsterdam. Nel 1942 Moskovitsh fu arrestato e trasferito a Westerbork, nel 1944 a Buchenwald si esibì per i compagni di prigionia ma fu costretto a esibirsi altresì per le guardie tedesche; stese clandestinamente melodie ebraiche su un quaderno. Nel 1945 fu sottoposto a una Marcia della Morte verso Theresienstadt, sopravvisse ma il lavoro coatto presso le miniere di amianto a Buchenwald danneggiò i suoi polmoni; dopo la Guerra riprese l’incarico di hazan a Benei Teman, lavorò come incisore e disegnatore di gioielli e aprì un negozio di gioielleria ad Amsterdam, morì nel settembre 1968 (il suo corpo è seppellito in Israele). Nel 1892 Andries de Rosa (foto) si trasferì da Amsterdam a Parigi, interrompendo il mestiere di tagliatore di diamanti; autodidatta, compose brani strumentali e vocali nonché pezzi per violino e pianoforte che l’editore Gallet pubblicò assegnando all’autore lo pseudonimo di Armand du Roche. Nel 1905 de Rosa fondò a Parigi l’associazione Hollandia per i lavoratori olandesi, una sorta di università popolare che consentisse ai lavoratori di avvicinarsi all’arte e alla musica, organizzò concerti di opere del repertorio classico; nel 1912, a seguito di una crisi dell’industria diamantifera di Parigi, tornò definitivamente ad Amsterdam. Nel febbraio 1943, gravemente ammalato, fu trasferito con sua moglie Delphine a Westerbork; il 26 aprile del medesimo anno furono entrambi trasferiti a Sobibòr e condotti a gasazione al loro arrivo. A soli 17 anni il musicista e direttore d’orchestra ebreo olandese Jacob Hamel assunse l’incarico di direttore del coro misto Arti et Charitate di Amsterdam, a partire dal 1929 diresse il coro di voci bianche della compagnia radiofonica olandese Algemene Vereniging Radio Omroep [AVRO] ma nel maggio 1940, subito dopo l’occupazione tedesca, fu licenziato; il 6 luglio 1943 Hamel e sua moglie furono trasferiti a Westerbork e infine a Sobibòr, furono uccisi il 9 luglio (giorno del loro arrivo). L’ebreo olandese Salomon Frederik [Salo] de Jong lavorò come hazan a Zandvoort, Manchester, Mannheim e dal 1929 presso la Linaeus Shul di Amsterdam; praticava hazanut tradizionale e moderna, secondo il rabbino olandese Jacob Soetendorp fu creatore di un nuovo stile di officiatura religiosa ebraica nei Paesi Bassi, scrisse altresì un libro sulla hazanut. Fu trasferito presso il Campo di Bergen-Belsen, i sopravvissuti riportano che de Jong cantò la sera del Seder di Pesach del 1944; fu imbarcato sull’ultimo dei treni partiti da Bergen-Belsen, sopravvisse al viaggio ma morì il 26 aprile 1945 a Tröbitz. La produzione letteraria, artistica e musicale in cattività è l’unica costante dell’ingegno umano nella totale disequazione del collasso civile causato dalla Seconda Guerra Mondiale; musica, pittura, teatro, sartoria, scultura, tornei di calcio e scacchi, biblioteche e artigianato, stampa di riviste, costruzione di macchine fotografiche o apparati radiofonici o strumenti chirurgici sino agli apparecchi per la trasfusione del sangue, era indispensabile avere un traguardo mentale e spirituale. Laddove non abbiamo potuto salvare la vita dobbiamo salvare libri, musica, opere dell’ingegno ossia tutto ciò che è diversamente vita; non abbiamo altre opzioni, qualsiasi cosa odori di vita va salvata. Se è vero che il genere umano assomiglia a un grande veliero che naviga in acque incerte seguendo una rotta non ben definita, la musica prodotta in cattività civile e militare è àncora per l’approdo in porti sicuri; tale àncora non sprofonda nelle acque ma nei cieli. Le radici dell’uomo sono piantate in aria e la musica è fatta d’aria; la musica è la nostra terraferma.
Francesco Lotoro