L’energia del rinnovamento

Rinnovamento הִתְחַדְּשׁוּת (Hitchaddeshùt)! Anche חִדּוּשׁ (Chiddùsh –suono gutturale)! Siamo nel campo di una Rivenerazione, in primis nel territorio del desiderio e della volontà e pian piano nella progettazione della realizzazione. La radice in campo è ח ד ש (Chet-Dàlet-Shin). Tutto dipende dalla trasformazione iniziale della ח che nasce come ostacolo, interrata ben salda a terra, imprigionata nei suoi schemi rigidi e cieca di fronte alle possibilità della י (Yod) che s ‘inerpica verso l’alto sulla sua parete superiore a sinistra. È sufficiente un tiepido soffio di apertura verso il nuovo חָדָשׁ (Chadàsh) per produrre significanti ben noti di questa lettera che ci introduce all’energia dell’infinito col suo valore numerico di 8. La vita fiorisce, immettendoci in un programma di semplice operatività e permettendoci l’accesso a quella dimensione trascendentale che ci trasforma in veri esseri senzienti, vivi nella grazia divina. Un vero “viaggio senza fine tra i campi di ombra e luce” canta Naomi Shemer nel suo canto intitolato proprio הִתְחַדְּשוּת (Hitchaddeshùt). Il resto della radice propone il termine שָׁד (Shad) Mammella letto all’inverso e il senso del nutrimento tout court diventa realtà.
Marc-Alain Ouaknin si sofferma su  חִדּוּש (Chiddùsh), definendola «parola che apre e illumina un mondo, proponendosi come un nuovo modo di ordinare il mondo. Tale apertura non è che una possibilità d’apertura: questo perché si parla di un mondo e non del mondo» (La ‘lettura infinita’, p. 107).
Queste parole esercitano una grande influenza e sollecitano ad operare non solo ovviamente nel campo linguistico-artistico ma in ogni settore della nostra vita quotidiana. Ognuno di noi cerchi dentro di sé quell’Entusiasmo הִתְלַהֲבוּת (Hitlahavùt) che ci riempie immediatamente di gioia e di vitalità, infatti la Fiamma לֶהָבָה (Lehavàh) è la parola più rappresentativa del suo significato profondo che ci ricorda che Dio è dentro di noi.
Ogni volta che l’Entusiasmo הִתְלַהֲבוּת (Hitlahavùt) guida i nostri passi, è il miracolo della vita e della passione che מִתְחַדֵּשׁ (Mitchaddèsh) si runnova continuamente. Conosciamo bene le parole dell’Ecclesiaste (1,9) e comprendiamo che potrebbero limitare questa partecipazione attiva ma l’intento attuale è proprio quello di usarle per vestirle di nuovo significato:
מַה־שֶּֽׁהָיָה֙ ה֣וּא שֶׁיִּהְיֶ֔ה וּמַה־שֶּׁנַּֽעֲשָׂ֔ה ה֖וּא שֶׁיֵּעָשֶׂ֑ה וְאֵ֥ין כָּל־חָדָ֖שׁ תַּ֥חַת הַשָּֽׁמֶשׁ
(Mah-shehayàh hu sheyihyèh umàh-shennà’asàh hu sheyye’asèh; veen col-chadàsh tàchat hashàmesh)
«Quello che è stato è pure quello che sarà; ciò che si è fatto si tornerà a fare ancora, perché non c’è nulla di nuovo sotto il sole» (Trad. D. Lattes).
Lattes si chiede se questa filosofia così pessimistica possa essere legata ad un tempo o a un luogo in cui viveva l’autore e non nega la possibilità di acquisire l’idea di un mondo più proficuo e “virtuoso” che possa aprirsi incessantemente al nuovo חָדָשׁ. Spero che il suo anagramma: il sospetto חֲשָׁד (Chashàd) di fallimento e vacuità rimanga sempre lontano da noi. C’è qualcosa che invece il libro di Echàh (Lamentazioni) ci insegna essere sempre uguale sotto il sole:
חֲדָשִׁים֙ לַבְּקָרִ֔ים רַבָּ֖ה אֱמוּנָתֶֽךָ
(Chadashìm labbekarìm rabbàh emunatècha – 3,23)
«Nuovi (siamo) nei mattini grande è la Tua fedeltà»!
«I segni della tua grande lealtà si rinnovano ogni mattina» (Trad. D. Di Segni).
Questo verso ci immette nella naturalezza del nuovo nella nostra vita fin dal risveglio mattutino di ogni nostro giorno e questo è uno sprone meraviglioso a rimetterci in moto, a reinventarci e a ringraziare.
Se cambio lo shevà patàch in shevà kamàtz di חֲדָשִׁים֙ (Chadashìm) NUOVI individuo MESI (Chodashìm). Tutto è sempre in movimento sia nel tempo che nello spazio. 
Alcuni filologi traducono חָדָשׁ nuovo, puro, giovane, fresco, pulito, splendente e ח ד ש  viene avvicinata alla radice di suono quasi simile ק ד ש (Kof-Dàlet-Shin): la radice del sacro e del sano (D. Lattes, Aspetti e problemi dell’Ebraismo, p. 179). Per omofonia, nei confronti della parola חִדּוּשׁ (Chiddùsh), troviamo la parola שִׁדּוּךְ (Shiddùch) che è un accordo di matrimonio. Un significato che non ha bisogno di spiegazioni per essere accolto nel nostro contesto.
Non può mancare in questo studio della parola RINNOVAMENTO הִתְחַדְּשוּת (Hitchaddeshùt) uno sguardo attraverso il suo peso semantico-energetico che ci offre la sua gematria e cioè il suo valore numerico che è 1123. Ho trovato un‘espressione donata da Rambam con lo stesso valore 1123 che insegna che מַפְתֵּחַ הַגְּאֻלָּה אֵצֶל מַשִׁיחַ בֵּן דָוִד (Mafttèach hagheullàh ètzel Mashìach ben Davìd) la chiave per la redenzione (è) presso (il) Mashìach figlio di David. Siamo noi nel nostro desiderio di conoscerci, migliorare ed empatizzare con l’altro senza sosta che creiamo le condizioni per affrettare il tempo messianico dove regnerà la pace fra le genti. Ezechiele invita la Casa d’Israele (18,31):
וַעֲשׂ֥וּ לָכֶ֛ם לֵ֥ב חָדָ֖שׁ וְר֣וּחַ חֲדָשָׁ֑ה
(Va’asù lachèm lev chadàsh verùach chadashàh)
«Fatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo»!
Rinnoviamoci! נִתְחַדֵּשׁ (Nitchaddèsh)!
 
Infine voglio ringraziare la mia amica-sorella Sira Fatucci che mi ha invitato ad elaborare questa parola nell’ambito della giornata della Cultura ebraica. Curiosa come pochi, Sira è sempre aperta al “Nuovo” e a qualsiasi forma di nuova lettura.
 תודה!

Emma Aboaf, insegnante e studiosa di lingua ebraica

Articolo tratto dal sito www.ucei.it/giornatadellacultura

(Nell’immagine, l’esposizione al Meis di Ferrara della mostra “Disegnare l’ebraico. Interpretazione artistica dell’Alef Bet”)