Europa-Russia, scontro sul gas

Il gas rimane il tema d’apertura dei quotidiani italiani. In particolare si parla del nuovo piano proposto dalla Commissione Europea che propone di imporre un tetto al prezzo di acquisto del gas russo. “Il price cap al gas russo può procedere molto rapidamente”, le parole della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Un’iniziativa che ha generato la reazione russa che ora, oltre a quelle di gas, minaccia di bloccare altre forniture. “Non forniremo gas, petrolio, carbone o kerosene, non forniremo niente”, ha dichiarato Putin, sostenendo di avere alternative. Ma per portare il gas altrove (ad esempio in Cina), spiega il Corriere, la Russia avrà bisogno di un gasdotto e ci vorranno anni per costruirlo. Nel mentre le sanzioni si fanno sentire e Mosca non è mai stata così isolata, evidenzia il quotidiano.

L’attacco jihadista in Mozambico. I terroristi dell’Isis hanno rivendicato l’attacco compiuto ieri sera a Chipene, nel nord del Mozambico, contro una missione comboniana in cui è rimasta uccisa una suora italiana, Maria De Coppi. Secondo Daniele Raineri (Repubblica) l’attentato “potrebbe essere stato un tentativo da parte dello Stato islamico in Mozambico di tornare a sembrare rilevante e di contare qualcosa nel mondo del jihad”.

Il fermo del nonno di Eitan. È stato arrestato, e subito dopo scarcerato, Shmuel Peleg, nonno materno del piccolo Eitan, che è accusato di aver sequestrato nel settembre scorso il bambino. L’uomo, riportano La Stampa e Repubblica, in accordo con i suoi legali ha deciso di consegnarsi alle autorità italiane. II gip del Tribunale di Pavia ha disposto la sostituzione della misura cautelare in carcere con il divieto di dimora a Pavia, Milano e Varese, che l’uomo dovrà lasciare entro 48 ore, e il divieto di avvicinamento al nipote. Per ogni eventuale incontro o visita con Eitan, Peleg dovrà ottenere un permesso dal giudice. Il gip ha valutato con favore la sua scelta consegnarsi alla giustizia italiana, riporta La Stampa, ma ha sottolineato la gravità del suo comportamento e del reato commesso, per cui dovrà subire un processo. Il Giornale aggiunge che Peleg nelle prossime ore rientrerà in Israele, a Tel Aviv, dove vive.

La voce della Russia ebraica. “Preghiamo che non venga più versato sangue e invitiamo ovunque persone di buona coscienza ad aiutare i bisognosi, compresi i rifugiati, e a porre fine alle sofferenze”. È un passaggio del documento finale della Conferenza straordinaria dei rabbini della Russia svoltasi lunedì scorso a Mosca e segnalato brevemente oggi da Avvenire. Tra partecipanti, il rabbino capo della Russia rav Berel Lazar, l’ambasciatore di Israele a Mosca Alexander Ben Zvi e il presidente della Federazione delle comunità ebraiche russe, rav Alexander Boroda. Avvenire nella stessa pagina racconta dell’iniziativa intitolata “1942, le Chiese di fronte alla persecuzione degli ebrei. Silenzi, proteste e aiuto reciproco”, promosso dalla Conferenza episcopale francese, dalla Federazione protestante di Francia, dal Concistoro centrale delle comunità ebraiche francesi e dal Memoriale della Shoah di Parigi.

Israele, dove nascono bambini. In un recente articolo la rivista Economist – ripreso oggi dal Foglio – raccontava come Israele abbia il tasso di fertilità più alto dell’area Ocse: 3,01. Si evidenziava in particolare come tra le famiglie haredi questo tasso aumenti a 6,6. Dall’altro lato si ricordava anche come laici israeliani facciano più figli di qualunque altro laico in occidente. “Alcuni sostengono che gli ebrei israeliani facciano più bambini perché prevedono un futuro più roseo: Israele è tra i primi dieci paesi al mondo nella classifica dell’Onu dei paesi più felici”, le parole dell’Economist, riprese dal Foglio. “Un altro motivo potrebbe essere che lo stato incoraggia la procreazione di bambini”. Ma c’è un altro aspetto ancora: “In Israele la struttura familiare tradizionale è ancora forte. In Francia e Gran Bretagna più della metà dei bambini nasce fuori dal matrimonio. In Israele il dato è sotto il dieci per cento”.

Contrasto all’odio negli stadi. Mentre in Italia si attendono i risultati dell’indagine sui cori antisemiti in due partite di serie A di sabato, in Francia la polizia ha fermato quattro tifosi della Juventus per insulti razzisti e saluti fascisti durante la partita di ieri contro il Psg a Parigi. L’Uefa ha aperto un’inchiesta e sul web sono numerosi i video che mostrano ululati e versi delle scimmie nei confronti dei tifosi parigini. Una denuncia, segnala La Stampa in poche righe, è stata presentata anche dalle associazioni Sos Racisme, Unione degli Studenti ebrei di Francia e Sportitude. Altri tifosi potrebbero essere presto fermati.

Segnalibro. Continua a far parlare di sé la scrittrice israeliana Zeruya Shalev, di cui in Italia è stato di recente pubblicato il suo libro Stupore e che sarà ospite del Festival Letteratura di Mantova. “Nel libro – spiega il quotidiano Domani – Shalev ci riporta alle origini di Israele da un’angolatura nuova analizzando, per la prima volta in forma romanzesca, le vicende del gruppo armato clandestino Lehi”, che operò durante il mandato Britannico.

Daniel Reichel