“I-TAL-YA Books, una sfida
unica al mondo”

Sono oltre 13mila i volumi catalogati finora nell’ambito del progetto I-TAL-YA Books nato dalla sinergia tra Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, Biblioteca Nazionale di Israele e Rothschild Foundation Hanadiv Europe, con il contributo della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. Un numero che rappresenta all’incirca il 40% dei 35mila testi complessivi del patrimonio ebraico italiano che ci si prefigge di censire in questa operazione culturale di alto profilo e largo respiro. Un numero che dà il senso dell’intensità del lavoro svolto fino ad oggi. E comunque parziale, visto che altri 6mila volumi sono in lavorazione e saranno riversati nel sistema a breve. Al progetto, recente protagonista all’ultimo World Congress of Jewish Studies di Gerusalemme, è stata dedicata una mattinata di approfondimento incentrata sulle biblioteche statali del Lazio e della Toscana, con particolare attenzione ai processi interni e all’armonizzazione con quelli di I-TAL-YA Books. Presenti all’incontro, tenutosi nella sede del Centro Bibliografico UCEI, tre realtà fiorentine: Marucelliana, Medicea Laurenziana, Riccardiana. E sei romane: Biblioteca Nazionale Centrale, Angelica, Casanatense, Statale Baldini, Universitaria Alessandrina e Vallicelliana.
L’incontro si è aperto con la presentazione del progetto e l’illustrazione dei risultati già raggiunti, ma anche di quelli che si intendono conseguire in futuro. A portare un saluto ai partecipanti la presidente UCEI Noemi Di Segni, il direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Stefano Campagnolo, la responsabile della comunicazione della Rothschild Foundation Hanadiv Europe Rebecca Singer, la program manager per l’Europa della Biblioteca Nazionale d’Israele Caron Sethill. A seguire l’intervento di Gloria Arbib, referente del progetto per conto dell’UCEI, che ha ricordato l’unicità di questo progetto “che non ha eguali in Europa e nel mondo”. E l’introduzione ad alcuni aspetti scientifici da parte di Marina Goldsmith, già a capo del dipartimento di catalogazione di lingue straniere della Biblioteca Nazionale d’Israele, della project manager di ITALYA Books Diletta Cesana e di alcuni componenti dello staff.
“Questo progetto rappresenta una grande opportunità. Un’iniziativa importante ed emozionante, anche nel segno di una forte interconnessione tra realtà diverse”, sottolinea Campagnolo. “È un grande merito del mio predecessore, Andrea De Pasquale. Sua è stata l’intuizione di partecipare a questo impegno con un ruolo istituzionale di coordinamento”. Non sempre, aggiunge Campagnolo, si dà ai fondi ebraici l’evidenza che meriterebbero. C’è ora la possibilità di correggere il tiro. Ed è anche possibile ipotizzare, stando ai dati correnti, “che si vada oltre i 35mila volumi catalogati”. Uno dei concetti chiave è quello di cooperazione: “L’assetto italiano, caratterizzato da una sorta di Biblioteca nazionale diffusa, è un invito alla collaborazione. Una creazione di ricchezza che sta dando vari frutti”. In questo senso la strutturazione di I-TAL-YA Books costituisce un modello di buone pratiche “potenzialmente replicabile per altre lingue e culture”. Positivi i riscontri anche degli altri partecipanti. Come Umberto D’Angelo, direttore della biblioteca Angelica: “Un’iniziativa – sostiene – con benefici diretti anche per la nostra biblioteca, in considerazione della possibilità che vi sarà di andare a intraprendere una nuova mappatura”. Cinquecento all’incirca i volumi custoditi: “Di questi 150 tra incunaboli e cinquecentine sono già stati catalogati per una pubblicazione del 2005. Gli altri invece sono stati individuati, ma non ancora censiti”. Un progetto “vivo” anche per Livia Marcelli (Vallicelliana). Nel suo caso parliamo di una quarantina di volumi. “In quest’opera di catalogazione – afferma – vedo il punto di partenza di un lavoro in grado di generare risultati e soddisfazioni. Per I-TAL-YA Books nel suo insieme e per le singole biblioteche”.