Oltremare – Strade
Nel paese di Waze, ovvero della app che dovrebbe aiutare i guidatori ad arrivare da un punto ad un altro e a farlo nel modo più diretto e senza ingorghi, c’è una cosa che forse non salta all’occhio di chi guida, mentre è al volante, ed è che in Israele le strade statali passano accanto, e non in mezzo, ai piccoli centri. Per le grandi città la cosa è diversa, anche a causa della coincidenza in alcuni tratti fra autostrada e ferrovia, ma i piccoli centri, che possono essere kibbutzim, moshavim, o anche piccole città ora cresciute in alcuni casi velocemente e a dismisura, sembrano sottostare in larga parte a questa regola. In teoria, è possibile percorrere tutta Israele senza mai entrare in un centro abitato, e parliamo di un paese densamente abitato e con una unica autostrada che va da nord a sud e che in alcuni punti è stretta come una mulattiera. Questa regola del toccare solo il lato dei piccoli centri, a pensarci è una prova della non romanità della geografia urbana del paese. Non romanità nel senso dell’impero, intendo.
Per me che sono cresciuta nel rassicurante e monotono mondo a quadratini della Torino di fondazione romana che ha mantenuto poi la traccia del cardo e la precisione delle linee perpendicolari dell’iniziale accampamento militare poi divenuto città, la cosa sembra lampante. Se non c’è un cardo, se manca la griglia, l’abitato si sviluppa a cerchi concentrici o con piccoli quartieri tondeggianti e spesso con una sola strada che li collega al resto del paese. E infatti, guardando il percorso del trasporto pubblico israeliano, che dentro ai piccoli centri deve invece entrare per provvedere appunto il proprio servizio di trasporto pubblico, gli autobus qui producono sulla carta geografica piccoli cerchietti e poi linee rette lunghe o brevi per rientrare sulla strada principale e proseguire verso il centro, pardon circoletto, successivo: insomma proprio arabeschi a due dimensioni; ove invece nelle città che hanno una griglia più simile a quella di derivazione romana si producono in buffi zig-zag un po’ rigidi e molto meno artisticamente pregevoli. Da ora potrò dire che abito in una zona in cui gli autobus fanno arabeschi sull’asfalto.
Daniela Fubini