“Agricoltura, Italia e Israele insieme
per affrontare le sfide del futuro”

“Per affrontare le sfide future, l’agricoltura dovrà fare affidamento sull’applicazione delle conoscenze e delle tecnologie scientifiche. Dovremo riuscire a produrre di più, ma con risorse più limitate. E dobbiamo accelerare per ottenere velocemente le risposte necessarie”. Un appello, ma anche un avvertimento quello dello scienziato israeliano Assaf Distelfeld, che in queste ore ha ribadito l’importanza di investire sull’innovazione nel campo dell’agricoltura. Lo ha fatto ritirando alla Farnesina il premio Rita Levi-Montalcini per la Cooperazione Scientifica tra Italia e Israele. “Sono molto onorato per questo riconoscimento”, ha commentato Distelfeld, direttore dell’Istituto di evoluzione dell’Università di Haifa, scienziato di fama internazionale sulla genomica dei frumenti ed esperto mondiale del farro selvatico. A lui la giuria ha voluto conferire il Premio Levi-Montalcini – simbolo della collaborazione tra Israele e Italia -, dedicato quest’anno precisamente al suo campo: lo sviluppo delle tecnologie genomiche per un’agricoltura sostenibile. Distelfeld ha infatti ottenuto il riconoscimento grazie al progetto intitolato “Analisi comparativa dei fattori di regolazione della crescita dei semi in frumento e orzo”, presentato in collaborazione con la dottoressa Erica Mica, del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.
La ricerca, hanno spiegato Distelfeld e Mica, mira a caratterizzare i determinanti genici che regolano le dimensioni del seme in orzo e frumento e avranno importanti ricadute scientifiche e tecnologiche per l’innovazione varietale. In particolare, ci si focalizza su un gene capace di accrescere le dimensioni dei semi, già identificato nel farro selvatico dallo scienziato israeliano e studiato mediante genome editing dalla collega italiana in orzo e frumento.
A dare il suo plauso a questa collaborazione, in una delle sue prime uscite pubbliche, l’ambasciatore designato d’Israele Alon Bar. “Questo riconoscimento – le sue parole – arriva con perfetto tempismo viste le sfide globali che dobbiamo affrontare: cambiamento climatico, scarsità d’acqua, sicurezza alimentare, sicurezza energetica, il conflitto derivato dall’invasione russa dell’Ucraina. Tutto questo ci ricorda la necessità di una cooperazione globale per trovare soluzioni comuni”. Un fronte su cui Israele può dare un grande contributo, ha aggiunto il diplomatico, “grazie alla sua vibrante comunità scientifica e a un forte spirito d’innovazione. Penso che insieme all’Italia possiamo ancora dare molto”. E su questo punta il premio Rita Levi-Montalcini si concentra molto. Finanziato dalla Direzione Generale per la promozione del Sistema Paese del MAECI (DGSP) in collaborazione con il MUR e la CRUI, il premio promuove l’interscambio di studiosi di prestigio tra i due paesi. E porta ogni anno uno scienziato israeliano nelle università e nei centri di ricerca italiani per favorire lo sviluppo di un programma di ricerca congiunto della durata di 4 – 6 mesi.
“Si tratta di una delle iniziative di maggior rilievo dell’Accordo di cooperazione nella ricerca industriale e scientifico-tecnologica tra i due Paesi”, ha dichiarato la viceministra degli Esteri Marina Sereni. “L’accordo è un fiore all’occhiello della nostra diplomazia scientifica. Con questo strumento abbiamo cofinanziato negli anni progetti di ricerca scientifica e industriale, laboratori congiunti ed eventi di scienza e tecnologia. Il premio rilancia annualmente la collaborazione tra Italia e Israele sui temi di maggiore attualità della ricerca scientifica; ci è quindi particolarmente gradito rinnovarne costantemente lo spirito e gli auspici, nella memoria della Professoressa Rita Levi-Montalcini, la cui vita continua ad essere fonte di ispirazione per tutti noi”.