Capodanno ebraico,
tutti in vacanza

Il 26 settembre, primo giorno di Rosh Hashanà, e forse anche martedì 27, secondo giorno, molte scuole pubbliche sede di seggio elettorale saranno chiuse. Centinaia, se non migliaia, di allievi e insegnanti ebrei avranno la possibilità di festeggiare adeguatamente il capodanno ebraico senza dover chiedere, giustificare o dichiarare nulla. Molti che avrebbero scelto di non saltare un giorno nelle prime settimane di scuola, quando si ha il timore di fare una brutta impressione su insegnanti, allievi o dirigenti, potranno celebrare la festa e andare a sentire il suono dello shofar senza dover spiegare niente a nessuno. Certo, molti di noi sarebbero stati a casa comunque; per chi frequenta una scuola ebraica, poi, il problema non si sarebbe neppure posto; ma non tutti hanno la fortuna di vivere in città dove esiste una scuola ebraica; e sappiamo bene che l’ebraismo italiano è composto di persone con diversi livelli di osservanza e di attaccamento alle tradizioni. Credo che faccia piacere a tutti se una fortunata coincidenza fa sì che una mitzvà sia osservata anche da persone che normalmente non la osservano. E credo che questo piacere compensi abbondantemente il lieve disagio che può creare a qualcuno il voto alla vigilia della festa. Personalmente sono molto grata all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che dando il proprio assenso alle elezioni alla vigilia di Rosh Hashanà mi ha regalato almeno un giorno di festa senza spiegazioni o burocrazia. Un capodanno ebraico di vacanza per tutti non credo sia mai capitato prima d’ora; speriamo che sia di buon auspicio per il 5783 che sta per iniziare.

Anna Segre