Mondo ebraico e Israele,
le sfide del presente

Dal significato del rinnovamento nella tradizione ebraica spiegato dal rabbino capo di Milano, rav Alfonso Arbib, al complesso tema – analizzato dallo storico Georges Bensoussan – della Memoria delle vittime della Shoah vista dalla prospettiva israeliana, fino al confronto sulla politica attuale d’Israele con uno dei suoi storici più autorevoli, Benny Morris. Tanti gli argomenti sviluppati a Milano in questa edizione della Giornata della Cultura Ebraica con la riapertura del Tempio Maggiore di via Guastalla. Un’occasione per dialogare con la cittadinanza su temi diversi e farlo attraverso riflessioni originali sul leitmotiv della Giornata di quest’anno: il rinnovamento. A fare gli onori di casa, assieme al rav Arbib, il presidente della Comunità milanese Walker Meghnagi e l’assessore alla Cultura Sara Modena. Poi si è entrati nel vivo con l’intervista al rabbino capo da parte di Ugo Volli; e poi la conferenza “Vittime nel paese degli eroi. La memoria della Shoah in Israele” curata da Bensoussan, storico franco-israeliano. A seguire, oltre a un programma di visite della sinagoga, si sono svolti i dialoghi tra Niram Ferretti e Morris, con un approfondita analisi della situazione dei rapporti tra Israele, palestinesi, mondo arabo, proseguita con l’intervento, introdotto da Davide Romano, dell’esperto di Medio Oriente Mordechai Kedar intitolato “I patti di Abramo: i nuovi orizzonti del dialogo”.