La Giornata a Casale
Sinagoga, storia di una rinascita

Ritmo serrato di incontri anche nella seconda parte della Giornata a Casale Monferrato.
Elio Carmi, il presidente della Comunità ebraica, ha raccontato la rinascita della sinagoga avvenuta nel dopoguerra. “Un rinnovamento che non ha perso nulla del passato, ma che ha consentito a questa microcomunità di affacciarsi sul mondo, offrendo a tutti la ricchezza della diversità”, ha affermato al riguardo. Un ricordo particolare è stato rivolto all’architetto Giulio Bourbon che nel 1969 fu tra gli artefici del restauro della sala di preghiera. “La comunità e la sinagoga erano il suo monumento, il suo modo di lasciare qualche cosa di sé, se ne è preoccupato fino alle sue ultime ore di vita”, la sua testimonianza. A seguire Diletta Carmi ha condotto una visita guidata all’ex ghetto, facendo scoprire a un folto pubblico molte curiosità delle vie attorno alla sinagoga. Spazio poi alla letteratura con Stella Bolaffi, che è tornata in Comunità per presentare il suo “Il Molino della Torre e altri racconti” (Salomone Belforte & C., 2022), dialogando con Adriana Ottolenghi, consigliere comunitaria, Claudia De Benedetti e Guido Guastalla. Ottolenghi le domanda come sia riuscita ad avere una produzione così ampia cominciando a pubblicare in età matura. “Ho fatto la psicanalista per 40 anni – risponde l’autrice – e Freud prescrive che non si parli mai della vita privata. Quando ho smesso non ho potuto farne a meno”. De Benedetti sposta il discorso sul rinnovamento e Stella sottolinea quanto questo faccia parte della sua famiglia, a cominciare da Giulio Bolaffi il cui nome è legato intimamente alla resistenza piemontese. “Rinnovò la sua concezione civile e sociale” ricorda Stella, leggendo il bando che il padre fece affiggere il 4 giugno del 1944 in val di Susa, promettendo parità di doveri e di diritti per tutti, senza alcun preconcetto. Si è svolto poi il quarto e ultimo appuntamento della rassegna “Musica nel Complesso Ebraico” che ha visto esibirsi il duo di sassofoni (di tutte le taglie dal soprano al baritono) formato da Enea Tonetti e Antonino Mollica, accompagnati da Andrea Tedesco al pianoforte. Il compositore Giulio Castagnoli, curatore della rassegna arrivata alla decima edizione, ha spiegato come questo concerto si leghi al tema della Giornata: “Il rinnovamento c’è se c’è una tradizione che vuole continuare nel tempo; oggi ci siamo concentrati su uno strumento che incarna benissimo questo concetto: il saxofono. Uno strumento recente, inventato a metà dell’800, che essendo affrancato dalla grande tradizione della musica colta è stato adottato da moltissimi ebrei per sviluppare altre forme espressive, pensate a quello che ne hanno fatto Lee Konitz e Stan Getz”. Uno strumento la cui tradizione è ancora oggi è in fieri. Lo dimostra lo stesso Castagnoli che su Quattro intriganti “rebus musicali” lasciati da Leonardo da Vinci (un miscuglio di sillabe e note musicali) scrive una composizione originale presentata in prima assoluta. Un’opera notevole, capace di sviluppare melodie estatiche che giocano sugli effetti sonori e i contrasti tra gli strumenti e al contempo ci ricordano la loro origine rinascimentale. Anche il resto del programma gioca sulla capacità del sax di rinnovare le opere, come con il trio n 1 di Shostakovich scritto originariamente per violino, violoncello e pianoforte e ancora la trascrizione del trio per oboe, fagotto e pianoforte di Poulenc dove flirtano la forma sonata romantica e il grottesco. O ancora Nachtgesang di Max Bruch, trascrizione dagli otto pezzi per clarinetto violoncello e pianoforte. Finale con Pèquenads Czardas di Pedro Iturralde, questa sì composizione scritta appositamente per questo organico, ma straordinaria nel modo in cui il compositore spagnolo reinterpreta la musica popolare in stile jazzistico. Utilizzando tutta la flessibilità dei due strumenti ad ancia in modo davvero coinvolgente.